I download illeciti di materiali da un sito della rivale Oracle sono stati sostanzialmente ammessi da Sap nella dichiarazione rilasciata, come preannunciato, il 2 luglio. Non si è trattato, comunque, di un’ammissione completa di colpevolezza: il colosso dei software per la gestione aziendale ha cercato, da una parte, di offrire una spiegazione plausibile del perché di quei download, dall’altra ha sottolineato di aver preso contromisure affinché situazioni analoghe non possano ripetersi in futuro.
Tutto comincia il 22 marzo, quando Oracle fa causa a Sap poiché dalla società americana TomorrowNow, controllata dall’azienda tedesca, risultano essere avvenuti accessi a un sito di supporto utilizzando credenziali di clienti Oracle (società che negli ultimi anni si è espansa notevolmente nel mercato delle applicazioni business anche attraverso acquisizioni di realtà come Peoplesoft, J.D. Edwards e Siebel). Attraverso questi accessi risulta essere stato scaricato materiale (software e documenti di supporto) coperto da copyright.
Nella denuncia, Oracle elenca i nomi di alcune aziende che, alla vigilia della scadenza dei loro contratti di manutenzione con l’azienda di Redwood Shores, avrebbero girato le proprie credenziali a TomorrowNow. Secondo la software house di Larry Ellison, alla base di questi “furti” di informazioni vi sarebbe la volontà, da parte di Sap, di offrire servizi identici a quelli di Oracle ma a prezzi più economici. E a supporto di questa tesi di “spionaggio industriale” la società segnala che Sap mantiene in vita TomorrowNow nonostante la sua scarsissima redditività.
Una "prassi normale"
Nella sua dichiarazione rilasciata il 2 luglio, Sap non ha controbattuto all’accusa relativa agli accessi al sito Oracle da parte di personale TomorrowNow con credenziali di aziende che stavano per migrare a soluzioni Sap. Ma ha affermato che spesso aziende in procinto di rivolgersi a un nuovo fornitore mettono una “terza parte” in grado di accedere ai dati relativi ai servizi e ai prodotti del vecchio fornitore. Insomma, questi clienti avrebbero permesso a TomorrowNow di conoscere informazioni che loro erano legittimati a conoscere, una spiegazione che non dovrebbe convincere molto i manager di Oracle, i quali hanno notato che alcuni dei download effettuati con le credenziali di determinate aziende, riguardavano materiale relativo a software a settori diversi da quelli in cui le suddette imprese operano.
Tuttavia, Sap ha dichiarato anche che i sistemi informatici di TomorrowNow e della controllante era volutamente tenuti separati e sconnessi e che, di conseguenza, nessun dirigente di Sap avrebbe avuto accesso alle informazioni raccolte da TomorrowNow. Ciononostante, Sap ha ammesso di avere - in seguito alla vicenda - deciso di rafforzare la governance e i meccanismi di controllo. Da segnalare, in questo contesto, la nomina di Mark White, Coo di Sap America, a executive chairman di TomorrowNow e il varo di un programma di formazione su policy e procedure rivolto al personale della controllata sotto accusa.
Come andrà a finire?
Gli analisti cominciano a esprimere le proprie ipotesi. Tra i primi, David Mitchell, responsabile della pratice software di Ovum, enfatizza come «il caso Oracle-Sap continuerà ad avere uno svolgimento all’interno delle aule giudiziarie. Ma indipendentemente dalle conclusioni legali, gli effetti più significativi della vicenda saranno legati a come ciascuno dei due contendenti saprà gestire le pubbliche relazioni». E conclude: «Sebbene molti considerino i team legali come la cavalleria in questa battaglie, le truppe che faranno realmente la differenza saranno i contingenti di Pr».
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