Un affronto «all’unico capo di Stato vivente che ha prestato servizio in guerra». Uno schiaffo insopportabile dopo l’accoglienza riservata alla coppia presidenziale francese, un anno fa, a Londra, da Elisabetta II. Nicolas Sarkozy stavolta l’ha combinata grossa. Non hanno dubbi dalle parti di Buckingham Palace, dopo la notizia che la regina d’Inghilterra non è stata invitata dal presidente francese alle commemorazioni per il 65° dello sbarco in Normandia il 6 giugno, nonostante la Casa reale avesse mostrato tutta la propria disponibilità.
La rabbia trapelata ieri da casa Windsor - e immediatamente rimbalzata sulla stampa britannica - ha risvegliato l’orgoglio patriottico degli inglesi (che pure vedranno presente il loro premier Gordon Brown) fino a trasformare la celebrazione di un anniversario in un caso nazionale, l’occasione per ricordare che non solo Parigi ha rotto l’etichetta, ma che ha commesso un grave errore storico. L’accusa peggiore arriva dal Daily Mail - il tabloid conservatore attento agli umori di Sua Maestà - che ha spiegato la ragione del mancato invito: Sarkozy è a caccia di un faccia a faccia con l’uomo del momento, Barack Obama, e la presenza della regina sarebbe un ostacolo, una circostanza che lo «costringerebbe a dividersi tra il settore britannico e quello americano».
In effetti il 6 giugno la tv di Stato francese dedicherà un’intera giornata alla presenza di Obama a St. Mere Eglise, la prima città liberata dai paracadutisti americani. Un’occasione da non perdere per il presidente Sarkò. Che però - ricordano gli inglesi - sembra aver dimenticato il contributo britannico al D-day. Sono infatti ben 17.556 i soldati inglesi che hanno perso la vita sulle spiagge di Normandia per liberare l’Europa. E 5.316 quelli canadesi, al servizio anche loro della Casa reale britannica, la cui regina è anche capo di Stato del Canada e dei Paesi del Commonwealth. Come dimenticare poi, il ruolo di Elisabetta? Ancora ragazzina, convinse il padre, re Giorgio, a darle il via libera per aiutare durante il conflitto. Si unì all’Auxiliary Territorial Service e venne addestrata come autista.
Ieri, invece, porta in faccia.
E l’affronto è ancora peggiore se si pensa che Parigi non ha fatto alcuna gaffe, ma una scelta deliberata. Lo ha confermato il portavoce dell’Eliseo. Luc Chatel: Elisabetta II non è stata invitata personalmente alle cerimonie «franco-americane», ma se ci tiene «sarà naturalmente la benvenuta». Se ci tiene...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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