A Sarli la Lupa capitolina. E una mostra dei suoi abiti storici in Campidoglio

Il sindaco Gianni Alemanno consegna al grande sarto la massima onoreficenza della città. «Da qui - dice - parte il rilancio di Roma come capitale della moda». Gina Lollobrigida, Bianca Maria Piccinino, Alessandro Vannini e Alberto Terranova parlano del maestro.

«Ci inchiniamo al genio di Fausto Sarli, capace di esprimere la forza vera della moda, della creatività e del Made in Italy», dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, consegnando al grande sarto la Lupa Capitolina.
La cerimonia per la massima onorificenza della città si svolge nella sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini, ma perde i toni della fredda ufficialità di fronte alla spontaneità e alla timidezza di un maestro che ha dato tanto alla storia dell'haute couture e all'ammirazione affettuosa che saputo suscitare nei suoi fans.
Lui, Fausto Sarli, schivo come al solito, ringrazia con pochissime parole emozionate, sussurrando anche : «È troppo per me».
Lo stilista napoletano, che da 25 anni ha il suo atelier a Roma, in via Gregoriana, viene premiato dal Campidoglio anche per la sua fedeltà alla capitale, dove puntualmente apre le sfilate di alta moda due volte l'anno. E, sottolineando questo, Alemanno spiega che questo riconoscimento è « alla base del lavoro che dobbiamo fare con Altaroma e con tutta la città per rilanciare il ruolo di Roma capitale dell'alta moda».
A parlare di Sarli sono stati invitati diversi personaggi. Ma ai lati del tavolo ci sono anche due modelle, forse più elequenti di tutti, che sfoggiano l'una un vestito bianco e l'altro la versione in nero:nelle geometrie che danno alla silhouette lo slancio di una spirale, nell'architettura delle grandi rouches, che si avvolgono su una spalla ed evidenziano il collo con giochi di plissè, c'è riassunta tutta l'arte di Sarli.
Lo festeggiano molti amici, da Renzo Arbore a donna Assunta Almirante, da Maria Rosaria Omaggio a Patrizia Pellegrino, alla contessa Patrizia De Blanc. E in prima fila ecco i due vicepresidenti di AltaRoma, Sandro De Castro e Valeria Mangani e l'amministratore delegato Adriano Franchi.
Gina Lollobrigida, una delle tante dive del passato che hanno valorizzato le sue creazioni, dice che come dilettante scultrice sceglierebbe proprio un modello di Sarli se dovesse fare un monumento all'alta moda.
«Per me non poteva esserci battesimo migliore», commenta Silvia Venturini Fendi, alla sua prima uscita ufficiale come presidente di AltaRoma. E assicura il suo impegno per per far fare alle sfilate romane un salto di qualità, puntando sui marchi storici ma anche sui giovani e soprattutto dando alla manifestazione uno scenario internazionale.
D'altra parte, anche Alemanno parla di questo, insieme al presidente della Commissione Turismo e moda del Campidoglio, Alessandro Vannini Scatoli. E cioè di nuove location per la kermesse, di trasmissioni televisive e grandi eventi che possano proiettare la città in tutto il mondo.
«L'obiettivo - spiega il sindaco - è quello di coniugare le piazze artistiche di Roma, la bellezza del nostro centro storico con la bellezza dell'alta moda». Parla di Piazza di Spagna, dove da anni non si fa più la rimpianta manifestazione tv di Donna sotto le stelle, ma anche di altre piazze da aprire alla moda, per esempio piazza Navona che ha già visto splendide sfilate. E il sindaco annuncia la creazione di un Polo per la moda, collegato a realtà produttive specializzate in alta moda, dove saranno organizzati corsi di formazione per stilisti, in collaborazione con l'università «La Sapienza».
Parla di Sarli anche Bianca Maria Piccinino, decana delle giornaliste tv di moda, che iniziò la sua carriera negli stessi anni in cui lo fece il sarto.
Racconta di quella passione che aveva nel sangue, malgrado la famiglia l'avesse destinato alla carriera militare in Marina e dei suoi esordii, dal primo premio-rivelazione alla Mostra di Oltremare di Napoli al debutto a 29 anniche lo fece conoscere alla stampa, nel '54 a Palazzo Pitti, dove lo invitò il marchese Giovan Battista Giorgini.
Adesso, che di anni ne ha 83, Sarli respinge ogni divismo e ogni retorica e continua a prediligere quello che lo stesso Alemanno chiama «il silenzio del genio creativo».
Per lui, parlano i suoi abiti, esposti nella Sala Petronilla dei Musei capitolini fino al 15 maggio, tra i quadri di Caravaggio, Guercino, Rubens e tanti altri grandi pittori.
«Ed è giusto così - dice Vannini-, perchè queste creazioni sono anch'esse cultura ai massimi livelli».
I modelli storici hanno molto da raccontare e da far rivivere, insieme alle foto d'archivio, che li ritraggono indossati da star in grandi occasioni. Perchè, come spiega il braccio destro di Sarli, Alberto Terranova, « lui è un prezioso libro tutto da sfogliare, per imparare tante cose».
C'è in mostra il sari in georgette verde con voli di gabbiani creato per Liz Taylor nel 1975. Il modello corto scelto da Mina per Studio Unonel '61 e realizzato con fili d'argento e cristalli swaroski. E l'abito indossato nel '95 da Carla Bruni, in tulle bianco attraversato da nastri di satin nero. Poi, ancora, il modello ricamati di perle, il cappotto di rafia con maniche ad anelli sovrapposti, l'abito in gazar optical con petali e ricami in vita e uno degli ultimi capolavori, il «Cigno bianco», con i suoi 110 metri di organza e 700 calle realizzato a mano. É un modello da sposa, scelto dalla figlia del ministro dell'Industria dell'Oman, dopo la sfilata dello scorso gennaio a Roma. Dopo di allora è diventato un cult su tv e internet, soprattutto nei Paesi arabi.


Proprio quel «Cigno bianco» troneggia, al buffet allestito sulla terrazza Caffarelli, su una meravigliosa torta, ideata dalla cake-designers Alessandra Di Castro.
Non si poteva proprio festeggiare quest'occasione con un dolce migliore.

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