
Dopo un cda quasi lampo, ecco quello che potrebbe essere quasi un proclama di guerra, musical-artistico s'intende. «Non saranno 5 anni tranquilli». Parole del nuovo sovrintendente Fortunato Ortombina, «nominato» dal nuovo Consiglio di amministrazione della Scala, insediatosi ieri mattina (anche se tutto verrà ulteriormente confermato in una sorta di summit sul web). «Sono il primo della storia con i giorni contati», scherza, dato che per limiti d'età non potrà essere riconfermato per un secondo mandato, comunque non intende (a 70) fare il prepensionato...
«Che cosa ho in mente? - risponde all'incontro con la stampa dopo il cda - Occorre ricerca sia sui repertori sia per quanto riguarda gli interpreti. Poi penso alla Scala, più aperta al mondo, con delle tournée sulle quali stiamo lavorando». Qui, in estrema sintesi, la chiave, il senso della «mission» del nuovo manager, dopo la fase targata Dominique Meyer, che ha lasciato le casse del Piermarini in ordine. Ma è giusto poi, che ogni «gestione» lasci il suo segno, che vada incontro anche a una realtà che è cambiata. Ma partiamo dall'inizio.
Mattinata di attesa all'ingresso laterale della Scala: alcuni membri del cda hanno evitato l'«assalto» delle domande arrivando prima, rispetto agli annunci (hanno fatto il loro ingresso, tra gli altri, Barbara Berlusconi per la Regione, Marcello Foa e Melania Rizzoli per il Ministero e Diana Bracco per la Camera di commercio. Confermati Giovanni Bazoli per Intesa Sanpaolo, Giacomo Campora per Allianz e Claudio Descalzi per Eni, unico assente, motivo per cui ci sarà una nuova riunione online di ratifica del cda online mercoledì). Un'ora dopo circa i primi ad uscire, ecco il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «Inizia una nuova fase - afferma - grande disponibilità e buona volontà da parte di tutti, quindi si tratterà di cominciare a lavorare. Ho sottolineato come ognuno debba essere rappresentante dell'ente o istituzione che lo nomina ma in primis debba sentirsi parte della Scala». C'è chi ha parlato di un consiglio molto di centrodestra, ma secondo il primo cittadino «non è questo il tema». «Il Paese al momento è governato dal centrodestra e anche la Regione e quindi è assolutamente normale. La Scala - ha aggiunto - ha la sua storia, è passata attraverso diversi periodi politici eppure ha sempre lavorato in armonia». All'uscita attesi anche altri, arriva Melania Rizzoli, inseguita dai fotografi, appare soddisfatta: «Una mattinata molto bella, per me un onore essere stata nominata in questo cda, ringrazio ancora il ministro Giuli. Spero di mettere a disposizione la mie esperienze, le mie competenze. La Scala è un ente che ha bisogno dell'aiuto di tutti, anche per contribuire a cercare fondi sia a livello governativo sia regionale. E su questo io posso dare una mano, assolutamente». Verso le ore 13 tutti nel Ridotto dei Palchi alla Scala, per vedere Ortombina. Incontro rituale, ma non privo di spunti per quesiti e discussioni: «Sarà una Scala verdiana? Si o no? Ho trovato la prossima stagione già pronta, si è dovuto fare solo qualcosa. Io ho rispettato l'autonomia e le scelte di Meyer, come giusto». Per ora «top secret» sui titoli, anche se i «classici sono i classici» e non possono mancare, Puccini, Verdi, Mozart per dire, «ma ogni spettacolo è ricerca. E penso al Barocco italiano, a certi repertori della musica d'avanguardia e contemporanea». Poi le date importanti, annunciate: il teatro nel 2028 si prepara a festeggiare i suoi 250 anni con una serie di eventi che, promette Ortombina, coinvolgeranno la città anche perché uno degli obiettivi è che «nessun milanese possa dire di non essere mai stato alla Scala». Ci sarà la commissione di una nuova opera, una grande mostra, un impegno per portare il teatro all'estero.
Grande attenzione anche alla danza: nel Ridotto dei palchi, ecco seduto il nuovo direttore del Corpo di ballo, «almeno per le prossime due stagioni», Frédéric Olivieri (sostituisce l'uscente Manuel Legris). E Bolle? E Gatti? (di cui sia parla, a intermittenza, come papabile direttore musicale?). Ortombina, in estrema sintesi: «Bolle è nel pieno della sua attività, ha progetti, con noi è in giro per il mondo». Ortombina - che ha appena lasciato la guida della Fenice di Venezia - mette in chiaro che non intende essere un fantoccio. Intanto ha nominato come coordinatore artistico Paolo Gavazzeni, confermato come direttore dei cast Alessandro Galoppini e quindi con lo stesso Ortombina «adesso di direttori artistici ce ne sono tre e da questo punto di vista siamo a posto».
Per il direttore generale frena, spiegando che farà verifiche con la struttura interna,
e sul direttore musicale chiarisce che alla Scala «il direttore musicale c'è» ed è il maestro Riccardo Chailly che a Milano «ha impegni per un paio d'anni» e quindi «le decisioni si prenderanno in tempi e modi adeguati».
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