Questa rubrica nasce dalla voglia di raccontare alcuni personaggi che la società riconosce come “quelli che nella vita ce l’hanno fatta”, che hanno tutto, che sono belli, ricchi, potenti, famosi. Alcuni come attori o conduttori, altri come sportivi, scrittori, scienziati, politici, musicisti. Li ammiriamo sì, ma senza conoscere come sono arrivati ad essere quel che sono oggi, come appaiono ai nostri occhi e senza avere la percezione reale delle loro vite. Li codifichiamo solo come icone, senza passato e senza futuro, dando quasi per scontato la loro presenza come “abbellimento” del nostro quotidiano. Il loro oggi, però, è figlio di un passato e proprio perché umani e reali affrontano la vita come tutti noi. In “Lo Scemo del Villaggio”, racconterò come alcuni protagonisti della nostra società hanno avuto la forza di rinascere una seconda volta da una prima vita sfortunata, perché magari poverissimi, malati, o considerati stupidi, disabili, o perché anche loro stessi si ritenevano inadeguati nel sentirsi uguali agli altri. Condizioni al limite che molti di loro hanno attraversato, come la prostituzione, la droga, la cecità, la solitudine, la depressione, la malattia. La vita però gli ha offerto una seconda chance, o - forse sarebbe meglio dire - che hanno preteso loro una seconda possibilità e lo hanno fatto alla grande, diventando coloro che hanno spaccato il mondo.
Tanti i protagonisti dei miei racconti, da Steve Jobs al quale gli era stata diagnosticata la sindrome di asper, ad Agatha Christie che soffriva di dislessia, da Albert Einstein, con grossi problemi di memoria a Silvester Stallone che, in piena adolescenza, ha sofferto di rachitismo e balbuzia. E ancora Ray Charles, bambino molto particolare che a sette anni aveva perso già definitivamente la vista…
Tante storie e tanti protagonisti che da “scemi del villaggio” diventano geni del mondo.
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