Bellucci: "La scena dello stupro in Irréversible? Oggi ne parlerei prima con le mie due figlie..."

Bellucci: "La scena dello stupro in Irréversible? Oggi ne parlerei prima con le mie due figlie..."

Nel 2002 a Cannes fece scandalo. Ieri a Venezia è passato quasi inosservato. Parliamo del film Irréversible che il regista argentino Gaspar Noé ha rimontato in maniera lineare e riproposto, 17 anni dopo, al nostro festival. Le sequenze ora sono proposte in ordine cronologico, ciò che mancava all'edizione originale e che creava un effetto disturbante ancora più amplificato. Come la lunghissima, insostenibile e tristemente famosa scena di stupro, in un sottopassaggio parigino, della protagonista, interpretata da Monica Bellucci. Nel film c'era anche Vincent Cassel e ieri al festival la coppia, sposata per 14 anni, si è riunita per la conferenza stampa, dopo la separazione nel 2013. L'attrice e supermodella, che tra un mese compirà 55 anni e che dal 12 settembre vedremo al cinema nel nuovo film di Claude Lelouch I migliori anni della nostra vita, ha poi incontrato in solitaria alcuni giornalisti.

Ha visto il film rimontato?

«Sì, certo e ho trovato la nuova versione ancor più forte, perché mette più in evidenza il contrasto fra la poesia e la violenza. È un film certamente molto violento ma che parla anche d'amore, di sentimenti, di relazione di coppia, del desiderio di avere un figlio, dell'intimità, dell'armonia».

E di uno stupro.

«Certo quella dell'abuso sessuale, del crimine sessuale, è la violenza più terribile. Siamo in un momento storico in cui è importante che questi temi vengano trattati».

Oggi più di allora?

«Ripensando alla mia carriera, a questo film ma anche alla Passione di Cristo di Mel Gibson, mi rendo conto che tante volte ho interpretato ruoli in cui c'è una donna in un mondo di uomini che deve fare la sua guerra personale, quindi inconsciamente penso di aver fatto un lavoro importante. Oggi per fortuna ci sono donne scienziate, politiche mentre gli uomini cominciano a occuparsi un po' più dei figli, vedo molti padri quando vado a prendere le mie figlie a scuola oppure al parco. Quindi ognuno sta entrando nelle sfere degli altri. C'è un dialogo maggiore e bisogna continuare su questa strada».

Rifarebbe la scelta di interpretare quel ruolo?

«Ci penserei due volte, la differenza, ora, è che ho due figlie. Credo che ne parlerei prima con loro. Certo oggi le nuove generazioni hanno una preparazione e quindi un'apertura maggiore nel parlare di temi così scottanti. Anche i codici sociali stanno cambiando. Ma il tema dell'abuso continua a riguardare tutti. Non è una questione di fare la guerra ma di trovare argomenti che possano fare evolvere i rapporti uomo-donna».

Di quella scena scandalosa che cosa ricorda?

«Sono rimasta da sola tutto il giorno in un processo di solitudine per immaginare quel ruolo. Ho girato sequenze di 20 minuti di fila, non stop, non succede mai, esperienza incredibile per un attore, era come stare in una scuola di cinema. Oltretutto la scena del tunnel non era solo di violenza sessuale ma dovevo parare anche i colpi, le botte. Un lavoro di preparazione enorme».

Tra poco la vedremo al cinema nel nuovo film di Lelouch che torna a dirigere Anouk Aimée e Jean-Louis Trintignant più di 50 anni dopo Un uomo, una donna.

«Sì è la continuazione di qualcosa di bello e mi sono emozionata molto a recitare con questi mostri sacri. Vengono fuori cose commoventi, flashback del passato, a cui si può guardare con malinconica tristezza oppure pensando con gioia e gratitudine al fatto che ci sono ancora».

E se la chiamassero a

condurre Sanremo?

«Faccio un altro lavoro, non sono brava come presentatrice. L'ho fatto solo per la cerimonia di Cannes ma si trattava comunque di cinema. Lascio fare questo lavoro a chi lo sa fare meglio di me».

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