Mentre all'Isola del Giglio riprendono le operazioni dei sommozzatori per cercare i 16 dispersi all'interno del relitto e quelle dei tecnici che si preparano a svutare il serbatoio, il comandante generale delle Capitanerie di porto, Marco Brusco, ha dato la sua versione dei fatti alla commissione Lavori pubblici del Senato. Quello della Concordia è, per Brusco, uno dei naufragi "più rilevanti della storia della navigazione marittima per il numero di persone coinvolte: sono state tratte in salvo piu di 4mila persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio e grandissima è stata la partecipazione alla macchina dei soccorsi".
Per quanto riguarda la dinamica dell'incidente, anche la Capitaneria scarica sul comandante Francesco Schettino la colpa, come ha fatto più volte anche la compagnia Costa crociere: "Al momento, alla luce di quanto sinora ricostruito, si può ragionevolmente affermare che ci sia stato un errore di valutazione da parte del bordo del rischio connesso alla navigazione in acque prossime alla costa". Il comandante della nave, inoltre, è l'unico secondo Brusco che può valutare e individuare la rotta da seguire.
La Capitaneria, insomma, non ha dubbi: la responsabilità del naufragio "è sicuramente del comandante", anche se resta il mistero sul "perchè gli ufficiali che erano con lui, gli stessi che poi sono scivolati con il comandante sulla scialuppa, siano rimasti zitti" senza cercare di fermarlo. Ma colpisce il fatto che Schettino abbia dato l'allarme in ritardo: "Se facciamo un attimo di attenzione e consideriamo che a bordo c’erano 4.200 persone, possiamo dire che è andata bene. Ma se il comandante non avesse fatto perdere un’ora preziosa, sarebbe andata di lusso".
Per sapere se dopo l'urto è stato Schettino a portare la nave vicino a riva per evitare una strage o se è stata una manovra casuale, invece, bisognerà attendere la lettura della scatola nera, ma Brusco sostiene: "C’è l’ipotesi che sia stato casuale. Sarà interessante vedere da scatola nera la tempistica delle ancore".
Sul capitolo soccorsi, poi, la Capitaneria è certa che il personale della Costa "ha dato delle risposte adeguate", soprattuto "dall’equipaggio. Meno dagli ufficiali: sono stati più bravi quelli sotto che lo stato maggiore". Nessun dubbio, inoltre, sulla macchina dei soccorsi dello Stato: "È stata perfetta. Siamo intervenuti immediatamente e a me risulta che abbiamo salvato almeno 7-800 persone, tra cui decine di disabili".
E non poteva mancare un riferimento alla pratica del cosiddetto "inchino". Brusco parla di "una tradizione marinaresca non così radicata e frequente, che consiste nell'effettuare una rotta ravvicinata parallela alla linea di costa per consentire il cosiddetto saluto della nave ma sempre in sicurezza. La tradizione non è solo italiana ma è comune anche ad altri Paesi e non vi è, a livello nazionale nè internazionale, alcuna preclusione, perchè la navigazione vicino alla costa non può essere vietata se effettuata con criterio e nel rispetto delle specifiche norme di sicurezza necessarie".
Sul piano dell'inchiesta, intanto, si pensa a come interrogare tutti i 4228 coinvolti nell'incidente. Per l'incidente probatorio previsto il 3 marzo è stato affittato persino un teatro, il Moderno di Grosseto. Tra le varie parti lese, oggi si è costituita anche Confconsumatori. Sempre questa mattina, inoltre, sono iniziate le analisi su capelli e urine di Schettino per stabilire se fosse ubriaco, come lo accusano alcuni testimoni. Tra un mese i risultati. Per il momento gli indagati restano Schettino e il suo vice, il primo ufficiale di plancia Ciro Ambrosio.
Tutte le 16 vittime, inoltre, entro stasera avranno un nome. Lo garantisce il capo della protezione civile, Franco Gabrielli: "Manca ancora una sedicesima vittima da identificare e sulla quale aspettiamo esiti in giornata". Per i soccorsi e le ricerche sono stati stanziati 5 milioni di euro, ma Gabrielli non sa se basteranno "anche perchè non ho ancora il consuntivo di quanto è stato speso fino a oggi". Sui costi, c'è comunque "possibilità di rivalsa" sull'armatore.
Per quanto riguarda invece il problema dei rifiuti, la protezione civile ha nominato un responsabile dei rifiuti, Giampiero Sammuri. Dati confortanti arrivano dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale, secondo cui "ora non ci sono problemi" né per i solventi, nè per i tensioattivi usciti dalla Concordia. Le operazioni di svuotamento dei serbatoi dovrebbero cominciare sabato.
Quello della Concordia è anche un grave danno all'immagine, "che l'Italia sta
subendo". A dirlo il ministro dell'ambiente, Corrado Clini, a margine di una riunione con gli armatorim che parla di un opinione pubblica "sollecitata da molti a considerare l'Italia un Paese non affidabile".
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