Salvo Mazzolini
da Berlino
Chi va in chiesa vive più sano e campa più a lungo. Chi legge potrebbe pensare ad uno slogan inventato da un predicatore geniale per rinfocolare lo spirito religioso e riportare la gente nei luoghi di preghiera. E invece si tratta delle conclusioni cui è giunta una ricerca scientifica condotta da un gruppo di medici tedeschi e americani per scoprire i segreti di chi invecchia bene e sorpassa in buona forma fisica la durata media della vita. Coordinatrice della ricerca, i cui risultati sono pubblicati sulla rivista americana Annals of Behavioral Medicine (Annali di medicina comportamentale), è una gerontologa, Joanna Maselko, già autrice di vari studi sul rapporto tra invecchiamento e circostanze ambientali. Per conto di fondazioni tedesche e americane, la Maselko e i suoi collaboratori hanno indagato sulle condizioni di vita di un vasto gruppo di anziani che hanno la fortuna di godersi una vecchiaia lunga e felice. Gran parte dei risultati della ricerca appaiono, per la verità, prevedibili e scontati. Quasi tutti i soggetti osservati hanno alle spalle una vita sana, accompagnata da un discreto successo, moderatamente agiata, senza troppo stress o esperienze dolorose che abbiano lasciato un segno. Ciò che invece sorprende è che una buona parte di loro sono frequentatori assidui della chiesa, vanno a messa alla domenica e in occasione delle festività religiose.
Su 1.200 vegliardi campione tra i settanta e i settantanove anni presi in considerazione, risulta infatti che tra quelli sani e soddisfatti c'è una forte maggioranza di fedeli osservanti mentre tra quelli che in chiesa non ci vanno mai c'è una percentuale rilevante di acciaccati o depressi. Inoltre risulta che gli anziani religiosi hanno una maggiore capacità di incamerare aria nei polmoni, e quindi di mantenere in buone condizioni l'apparato respiratorio, rispetto a quelli che si tengono alla larga dai luoghi di preghiera. La stessa Maselko ammette che non c'è, almeno per il momento, una spiegazione scientifica che consenta di stabilire un nesso tra longevità e devozione religiosa e che se questo nesso esiste realmente la spiegazione forse dovrà essere ricercata in altre settori della medicina come la psichiatria e la neurologia. Ciò che esiste, per il momento, è solo un dato statistico peraltro messo in risalto anche da altre ricerche gerontologiche.
In aprile uno studio dell'università di Pittsburgh pubblicato sul Journal of the American Board of Family Medicine mise in evidenza che gli anziani devoti hanno una vita più lunga e la differenza rispetto alla durata media oscilla tra un e tre anni.
Insomma, secondo le ricerche, le vie del Signore sono infinite.
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