Come sappiamo ognuno di noi ha metà DNA della madre e metà del padre. Ma queste due metà non sono mai state prevedibili. Il processo di rimescolamento dei geni, il “crossing over” è casuale, così come le mutazioni. C’è però uno studio interessante di alcuni scienziati di deCODE genetics, in Islanda, pubblicato sull’edizione online di Nature. Studiando la mappa di rimescolamento su una scala più breve (quella dei nonni), in un’analisi durata venticinque anni, sono riusciti a individuare quelle zone del genoma meno soggette al rimescolamento, come dire delle “aree protette”.
Tenete conto che il rimescolamento del DNA è alla base dell’evoluzione, che va avanti da centinaia di milioni di anni per ogni specie su mutazioni casuali a volte vantaggiose e a volte svantaggiose. Quelle vantaggiose tendono a andare avanti, ovviamente, gli organismi con mutazioni svantaggiose si estinguono (per selezione naturale). Questo studio ha preso in considerazione anche le donne, nelle quali diverse aree del DNA sono risultate con meno ricombinazioni, non cross-over, e esaminando le mutazioni nuove che avvengono nei bambini.
Una cosa interessante riguarda l’osservazione che le donne hanno meno cross-over, ma le ricombinazioni aumentano con l’età (e questo spiega perché avere figli in tarda età è più rischioso per le alternazioni cromosomiche nel bambino), cambiamento che non si osserva negli uomini. Potrebbero arrabbiarsi le femministe (il sesso è un po’ sessista), ma a prescindere da questo enorme studio sapevamo già che l’uomo resta fertile fino a età avanzata mentre le donne no.
In ogni caso aver individuato le zone del genoma dove il DNA subisce più ricombinazioni (anche nei bambini) e dove è più stabile (ereditato dai genitori) apre nuove frontiere mediche. Un piccolo passo per i nostri singoli geni (quelli che abbiamo ormai ce li teniamo), un grande passo per la genetica dell’umanità che verrà.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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