Cosa rivela Firefly Sparkle sull'universo (e anche su di noi)

Cosa rivela Firefly Sparkle sull'universo (e anche su di noi)
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Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… No, non è Star Wars, ma una galassia lontana lontana reale, molto simile alla nostra, la Via Lattea, quando si è formata. È stata osservata dal James Webb Telescope che non si riposa mai, è stata chiamata Firefly Sparkle, ha una massa di dieci milioni di masse solari, e la vediamo com’era appena seicento milioni di anni dopo il Big Bang.

C’è stato anche il colpo di cul… ehm… di fortuna, di poterla vedere attraverso una lente gravitazionale, ossia una deformazione dello spaziotempo dovuto a ammassi di galassie che permette di vedere cosa c’è dietro una regione osservata. Per farvi capire, se non lo sapeste, la prima prova della relatività di Einstein avvenne proprio così: se Einstein aveva ragione, le stelle dietro al Sole si sarebbero viste spostate di lato, perché la massa solare avrebbe piegato lo spaziotempo e di conseguenza la luce avrebbe seguito la deformazione. Quando Einstein pubblicò la relatività generale, nel 1916, pochi ci credettero, ma nel 1919 Arthur Eddington organizzò una spedizione in Africa. Il 29 maggio di quell’anno era infatti prevista a São Tomé and Príncipe un’ecclissi di Sole totale, e il risultato fu proprio che le stelle normalmente nascoste dal Sole risultavano all’esterno. Con grande stupore di tutti la teoria della relatività ricevette la sua prima incredibile conferma, la prima di moltissime altre (era un genio, questo Einstein, lo sapevate?).

Stessa cosa vale per l’ammasso di galassie che ha creato una lente gravitazionale rendendo visibile al JWT questa galassia alla sua prima formazione, una galassia molto molto simile alla nostra. Si possono osservare la formazione di nuove stelle, gas, polvere, azoto, ossigeno, un laboratorio in fermento. Stiamo anche guardando qualcosa avvenuto più di tredici miliardi di anni fa.

Gli astronomi sono giustamente allegri e lo vedi anche nell’onomastica, Firefly Sparkle significa scintillio di lucciole, un nome che avrebbero potuto scegliere Fabio Volo, Gramellini o Heidi (non Heidegger), lucciole che brillerebbero ben poco se non fosse per l’effetto della suddetta lente gravitazionale. Personalmente trovo sempre più sorprendenti le nuove scoperte sull’universo, fantastiche, e anche la conferma di quanto tutto ciò sia terrificante, sebbene le persone guardino il cielo stellato e lo trovino bello.

Certo, molti ti rispondono che ancora non sappiamo cos’è la materia oscura, e neppure l’energia oscura che spinge l’universo a accelerare la sua dilatazione, la sua disintegrazione.

Un giorno lo sapremo, cos’è l’energia oscura, cos’è la materia oscura, però una cosa ve la posso garantire: state tranquilli, non saranno niente di rassicurante per noi. Per ora godetevi la Firefly Sparkle, suona bene anche per farci una canzoncina natalizia.

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