Andromeda, scoperta esplosione stellare: c'è lo zampino dell'Italia

Spettacolare esplosione nella galassia di Andromeda, scoperta dall'astrofisico Masi grazie al Virtual Telescope Project di Manciano (Grosseto)

Andromeda, scoperta esplosione stellare: c'è lo zampino dell'Italia
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Una spettacolare esplosione avvenuta nella galassia di Andromeda è stata individuata grazie agli strumenti a disposizione del Virtual Telescope Project di Manciano, in provincia di Grosseto, località in cui si trova "il cielo più buio e stellato dell'Italia peninsulare".

Il Vtp, guidato dall'astrofisico italiano Gianluca Masi, ha rilevato le tracce dell'esplosione durante la tarda serata di domenica 1 ottobre, nel cuore di quella che viene considerata la "sorella maggiore" della nostra Via Lattea. La cosiddetta "Galassia di Andromeda", nota anche col nome di Messier 31 (M31), dal nome del catalogo realizzato dall'astronomo francese Charles Messier, si trova a circa 2 milioni di anni luce dal nostro Pianeta.

Dovrebbe trattarsi di una nova, ossia di un'esplosione dovuta all'innesco di una violenta reazione di fusione nucleare che si verifica a causa dell'accumulo di gas intorno ad una nana bianca, lo stadio evolutivo finale di stelle simili al nostro Sole. La grande quantità di energia che si libera per via di queste reazioni causa un incredibile quanto repentino aumento di luminosità, che può consentire di individuare fenomeni di questo genere. La sensazione visiva è che dinanzi allo sguardo compaia una "stella nova", termine coniato proprio per definire quegli astri che in apparenza comparivano improvvisamente nel cielo per poi sparire nel nulla.

L'esplosione è stata rilevata la scorsa domenica proprio grazie al raffronto con immagini registrate dal Vtp nella medesima porzione di cielo appena una settimana prima. Un successo, quello del Virtual Telescope Project, che deriva dall'intensificarsi dell'attività di monitoraggio delle due grandi galassie più vicine alla nostra Via Lattea (vale a dire quella di Andromeda e quella del Triangolo), partita dallo scorso mese di agosto.

"La sera del 1 ottobre, gli strumenti altamente tecnologici del Virtual Telescope Project, sotto il controllo del direttore scientifico e fondatore, l’astrofisico Gianluca Masi, hanno registrato un debole astro tra i bracci della galassia di Andromeda, a circa 2 milioni di anni luce dalla Terra", si legge nel comunicato stampa che annuncia l'importante scoperta. Da lì il raffronto con le immagini registrare in precedenza: è parso subito chiaro "che si trattava di un transiente mai segnalato prima". A causa della violenta esplosione "la luminosità aumenta di decine di migliaia di volte, consentendo la visione di eventi simili anche da molto lontano, come in questo caso".

Fondamentali per la scoperta anche le straordinarie condizioni ambientali in cui opera il Vtp. "Manciano, Maremma grossetana, il più puro, buio e stellato della penisola", spiega la nota.

"L’assenza di inquinamento luminoso permette alle tecnologie impiegate di catturare anche i corpi celesti più elusivi, che da altri luoghi del Paese non sarebbero affatto visibili, a parità di strumenti. Ciò garantisce", precisa il comunicato, "osservazioni e misurazioni particolarmente preziose e significative per la scienza".

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