«È un'ingiustizia che i genitori debbano pagare la scuola due volte, con le tasse e con la retta». Il cardinale Angelo Scola fa i conti sul sagrato del Duomo, nel suo intervento alla fine della marcia delle scuole cattoliche Andemm al Domm , che ha riempito le strade e la piazza della cattedrale. In Italia, dove è appena stato varato il ddl scuola, c'è ancora molto da fare per dare dignità di scuole pubbliche alle scuole non statali. «È una questione di democrazia sostanziale - dice Scola -. Come dice la parola stessa, il governo deve governare e non gestire le scuole. In Europa, su questo, solo noi e la Grecia siamo fermi». Ecco la richiesta: «Non ci basta più un pluralismo nell'unica scuola di Stato, ma occorre un pluralismo di scuole».
L'arcivescovo insiste sull'importanza di avere «un pluralismo di scuole» per una scuola veramente libera. Spesso si tende a confondere la scuola nata dall'iniziativa dei cittadini, la cosiddetta «privata» o «paritaria», non diretta espressione di un'iniziativa dello Stato, con qualcosa di diverso dalla scuola pubblica. Ma così non è, spiega ancora una volta il cardinale, facendo riferimento a tutte le esperienze europee in cui la libera iniziativa dei cittadini nel settore dell'educazione è valorizzata e non guardata con sospetto e quasi punita, come accade in Italia. «Non c'è nessun interesse privato: è qualcosa che vogliamo per il bene del Paese come tale».
Una sottolineatura speciale al tema della libertà, che era nel titolo dell'iniziativa: «Vogliamo crescere come uomini e donne liberi. Vogliamo essere liberi di educare. Non smetteremo di chiedere agli organismi statali preposti che la libertà di educazione si deve affermare in modo compiuto come già avviene in tutti i Paesi avanzati». L'obiettivo è arrivare all'idea di «scuola libera, dove i soggetti che sanno fare scuola, ricevendo l'accredito dello Stato, possono effettivamente fare scuola». Libertà che non esiste senza una parità economica: «Chiediamo anche il giusto trattamento economico: non è giusto per chi frequenta la scuola paritaria pagarla due volte, con le tasse e con la retta».
Un tema che tocca molti studenti e molti genitori, che soprattutto in questi tempi di crisi sono in difficoltà nell'affrontare le spese per la scuola in cui desiderano far crescere i figli. Il sistema dei voucher lanciato dalla Regione è osteggiato dalla visione più statalista del Comune e di una certa sinistra, oltre che da una legge nazionale che non risponde alle grandi attese.
A ricordare i termini economici il vicepresidente del consiglio comunale, Riccardo De Corato: «Le scuole paritarie forniscono un servizio pubblico di qualità e permettono allo Stato un risparmio di circa 7 miliardi di euro l'anno». In conclusione: se coloro che frequentano le scuole paritarie (e pagano sia retta che tasse) si presentassero in massa alle statali, la scuola statale fallirebbe di colpo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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