Adesso toccherà all'autopsia, prevista per i prossimi giorni, spiegare cosa è successo veramente a Gino Panaiia, ammesso che il mistero sulla sua morte possa essere dipanato in maniera definitiva e completa. Dopo cinque giorni di ricerche il cadavere del 25enne milanese scomparso nella zona intorno a Zibido San Giacomo la notte di Halloween al termine di una serata trascorsa con gli amici, è stato rinvenuto ieri in tarda mattinata nel Naviglio Pavese nell'area del comune di Casarile, quasi al confine tra la provincia di Milano e quella di Pavia, in una zona compatibile con il movimento della corrente dell'acqua. Visto che dopo giorni di sopralluoghi anche con droni e cani molecolari non erano state trovate tracce o indizi utili a indicare ulteriori luoghi dove cercarlo, o per circoscrivere un'area specifica, i vigili del fuoco in accordo con la Prefettura mercoledì sera avevano comunicato la sospensione delle ricerche. Ieri intorno alle 13 un pescatore ha notato il cadavere supino del ragazzo riaffiorare circa un metro e mezzo dall'acqua del Naviglio e ha chiamato il 112; il 25enne è stato riconosciuto in particolare dai tatuaggi: anche se il corpo non mostrava in apparenza infatti segni di violenza, il volto, probabilmente per i troppi giorni trascorsi in acqua, non risultava identificabile.
Nei pressi della vecchia cascina Casiglio, dove si erano sono perse le tracce del giovane, i carabinieri della compagnia di Abbiategrasso, guidati dal comandante Francesco Lionello, proprio durante le ricerche avevano trovato 20 chili di eroina in un borsone e un cellophane con altri 1.100 grammi. Un rinvenimento che aveva fatto pensare a un collegamento con la scomparsa di Gino Panaiia e un possibile regolamento di conti.
La notte tra giovedì 31 e venerdì 1 novembre il 25enne, salutati gli amici, era stato ripreso dalle telecamere del locale mentre, per l'ultima volta in piena notte, si allontanava sul suo scooter. Era ubriaco Gino, al punto da non reggersi in piedi, e qualcuno si era offerto di accompagnarlo, ma lui, in maniera perentoria (tra i due per questo c'è stato persino un litigio) aveva rifiutato.
Il suo scooter è stato trovato il giorno dopo ai margini di un campo con il frontalino quasi divelto, ma nessun altro grosso segno di incidente.
Il casco bianco era 20 metri più in là. Il giubbotto e una scarpa, una sola, erano invece a 500 metri di distanza, lungo la strada che porta all'ingresso della cascina Casiglio. Poi era stato rinvenuto il portafogli, ma non il telefonino.
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