L’Italia s’è mesta. Ciao Europa, i campioni sono loro. Ci inchiniamo ai più forti. Secondi dietro questa Spagna è il massimo possibile. Oltre non si va, né noi, né gli altri. Abbiamo sognato, ci hanno svegliati. Ci abbiamo creduto, ci hanno fatto ricredere.Non c’è trippa per noi.Rimettiamo negli armadi le bandiere: sconfitti, quindi delusi. Non infelici, però. Oggi è il giorno delle domande e delle certezze: ci chiederemo se è colpa nostra o se è merito degli spagnoli. Ognuno avrà la sua risposta: ovvio, scontato, banale. È il rito del post, nel quale ciascuno di noi ha la spiegazione. Tutti pieni di «avremmo dovuto», gonfi di «Prandelli ha sbagliato». Diremo: e Balotelli, e Cassano, e Chiellini, e questo e quello. I cambi, sì, i cambi. Tutto legittimo, sì.
Però la verità è che la Spagna è meglio di noi. Secondi e unici ad aver fatto un gol alla Spagna, nella prima partita. Chissenefrega ora. Sono cose che servono agli statistici non ai tifosi. Qui ci sono facce tristi, tricolori che grondano dai visi. Abbiamo sudato perché ci hanno fatto penare. Canta Madrid, mentre Roma è muta. Canta Barcellona, mentre Milano impreca. Stavolta il coro non è nostro: «Po-po-ro-po-po-po-pooo; Poporo-po-po-po-pooo».
È la stessa melodia di Berlino 2006, solo che adesso suona malissimo. Canta una Spagna che non riesci a maledire. Non è né la Germania della semifinale, né la Francia di Zidane. Questi ti fanno invidia. Applausi, dai. Se c’è qualcuno da cui perdere allora è meglio perdere con questa Spagna. Noi siamo qui, primi degli umani. Meglio di come avremmo potuto immaginare. Perché eravamo partiti che neanche avremmo dovuto disfare le valigie. C’era diffidenza, c’era puzza sotto al naso, quella strana sensazione che accompagna spesso le nostre spedizioni calcistiche. Normale, si diceva: veniamo da una stagione mediocre.
Abbiamo fallito tutto quello che si poteva fallire: la Champions e l’Europa league. Abbiamo un campionato che è inferiore oggi a quello inglese, a quello spagnolo e a quello tedesco. Questo siamo. Lo sappiamo, ma troppo spesso ce lo neghiamo. Questo siamo, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. Non serviva neanche la botta del calcioscommesse e di tutto quello che gli sta attorno. Gli scandali che accompagnano il nostro pallone sono soltanto il corollario. Sono l’aggiunta ai guai che abbiamo a prescindere.
Eravamo pronti a uscire anche al primo turno. Forse qualcuno ci sperava pure. L’hanno anche detto, l’hanno anche scritto. Godranno i gufi, adesso. Alla loro faccia teniamoci questa medaglia d’argento. Quella che abbiamo maledetto nell’Europeo 2000 e al mondiale ‘94. Quella che fa piangere, che gli altri di solito indossano un secondo e poi buttano via. Invece no. Tienila al collo, Gigi. Tienila e falla vedere. Buffon, lui. Il capitano, il più discusso alla vigilia, colpito dalle accuse e dalle cattiverie. L’hanno tirato in ballo: scommettitore da fantascienza. Gigi ha parato. I palloni, le cattiverie, i sassolini che adesso si toglierà. Mostra il trofeo dei secondi, Buffon. Questo vale molto più del solito. Vale tanto. Ce la siamo giocata. È finita tardi, il più tardi possibile, il più tardi immaginabile. Anzi, oltre. Ci sono sconfitte e sconfitte. Questa è amara, ma più dolce di altre. Perdere contro chi è più forte ti fa sentire meno sfigato.
È stato un mese di calcio vero. Di calcio senza veleni. Questa non era la migliore Italia degli ultimi trent’anni, ma è stata la nazionale ditutti.L’ultimavoltacheabbiamo vinto un Europeo,nel 1968,l’abbiamo fatto in casa, arrivando in finale dopo aver vinto una partita con un sorteggio. Non il massimo della trasparenza, né il massimo della vita. Questo secondo posto, oggi, vale forse più di quel primo. Era più difficile arrivare a Kiev, che prendersi quella finale di Roma. Abbiamo battuto l’Inghilterra,abbiamo umiliato la Germania. Essere tristi va bene, essere delusi pure. Però, che vuoi? Ci gira ancora la testa. Dov’è la palla? Ce l’hanno gli spagnoli. L’hanno avuta ieri, sempre.
Noi a impazzire dietro la loro bravura. Ci cantano «arrivederci». Sì, ciao, alla prossima. Perché non può andare sempre così. Bravi. Noi siamo campioni in seconda. Beviamocela alla loro salute. Fa sorridere e fa dimenticare più in fretta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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