Era stato pagato all'asta 19mila dollari, ora il suo valore è quintuplicato. Accade ai capolavori...
Nella migliore tradizione giallistica, è stata un'impronta digitale a svelare il «colpevole»: un ritratto intitolato «La bella Principessa» e fino a ora attribuito genericamente alla «scuola tedesca, XIX secolo» è risultato essere (quasi certamente) opera di Leonardo da Vinci. Come riporta il quotidiano britannico «The Times», il dipinto era stato venduto all'asta nel 1998 per 19mila dollari: la nuova autenticazione - sui richiesta dell'attuale proprietario, il canadese Peter Silverman, che lo acquistò due anni fa - ne farebbe almeno quintuplicare il valore.
L'impronta è stata scoperta grazie a una speciale macchina fotografica in grado di rivelare i differenti strati di colore: è «assai simile» a un'altra impronta presente in un dipinto leonardesco custodito nei Musei Vaticani, un «San Geronimo» risalente a un periodo in cui quasi certamente Leonardo non impiegava altri assistenti. Secondo gli storici dell'arte «La bella Principessa», ritratta di profilo, sarebbe Bianca Sforza, figlia di Ludovico Sforza duca di Milano: l'analisi al carbonio conferma che il dipinto risale ad un periodo compreso fra il 1140 e il 1650.
Intanto, sempre per stare nel mondo dei capolavori del maestro di Vinci, L'«Uomo di Vitruvio», forse il più celebre disegno di Leonardo e una delle immagini più conosciute nel mondo dell'arte, è da questa settimana di nuovo in mostra alle Gallerie dell'Accademia, a Venezia, dove è conservato dal 1822. Era oltre sette anni che non veniva esposto.
Il disegno, su foglio di carta ingiallita di 34,5 per 24,5 cm, che rappresenta uno studio di proporzioni del corpo umano inserito nel cerchio e nel quadrato - secondo Platone le figure geometriche perfette - rimarrà in mostra per tre mesi, limite temporale massimo fissato dai protocolli nazionali e internazionali per l'esposizione in sicurezza di opere di questo genere.
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