Scoperta al San Raffaele la cura per rallentare la progressione della sclerosi multipla

Sono in arrivo buone notizie per gli oltre 9mila lombardi malati di sclerosi multipla. Al San Raffaele hanno scoperto come bloccare, non si sa se per sempre ma almeno per un po', questa patologia cronica del sistema nervoso centrale progressivamente invalidante. I ricercatori dell'Istituto di neurologia sperimentale dell'ospedale di don Verzé, coordinati dal professor Giancarlo Comi, hanno individuato l'interruttore del timer in grado di frenare la comparsa della malattia conclamata, come hanno dimostrato con lo studio, pubblicato sull'importante rivista scientifica The Lancet, condotto in 80 centri di 16 nazioni su un totale di 481 pazienti, 19 dei quali curati nel nosocomio di via Olgettina. Il segreto sta nel procrastinare i danni di questa malattia, conosciuta anche come sclerosi a placche, intervenendo subito all'insorgenza acuta dei primi disturbi neurologici che nell'85% dei pazienti abitualmente regrediscono nel giro di alcune settimane. Si tratta di una condizione definita sindrome isolata del sistema nervoso centrale. Non tutti i malati con questa sindrome però sviluppano la malattia come «clinicamente definita», e tra quelli che lo fanno, la prognosi è altamente variabile. Per esempio, dopo 15-20 anni dall'inizio della comparsa dei primi sintomi, circa la metà dei pazienti ha disabilità importanti mentre più di un terzo non ha quasi alcuna disabilità. Ma come sono arrivati alla loro scoperta i ricercatori dell'Istituto di neurologia sperimentale? «Siamo partiti dalla considerazione che intervenendo con il farmaco Glatiramer acetato nelle fasi iniziali della sclerosi multipla si ottengono risultati migliori. Lo studio ha infatti evidenziato che il trattamento precoce con questo medicinale può prevenire o ritardare l'accumularsi di danni neuronali irreversibili riducendo il rischio di sviluppo di sclerosi a placche clinicamente definita nel 45% dei pazienti rispetto al placebo. Questi pazienti per almeno due anni e due mesi non hanno visto trasformarsi i primi disturbi in malattia conclamata». Non svilupperanno, quindi, mai la sclerosi multipla? «Al momento non sappiamo - risponde il professor Comi - per quanto tempo abbiamo arrestato la malattia».

Ma anche gli altri pazienti non così fortunati hanno tratto benefici dalla somministrazione del farmaco. «Negli altri - conclude - il direttore dell'Istituto di neurologia sperimentale del San Raffaele - la malattia è comparsa con un anno di ritardo».

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