Scotti festeggia i 160 anni Dalle politiche green alla «rete» agricola

Lo stabilimento di Pavia lavora più di 400 tonnellate al giorno di riso greggio

Gioia Locati

L'arte di lavorare il riso e quella di trasformare la propria azienda. Così la «Scotti», al traguardo dei 160 anni, presenta le nuove buone pratiche imprenditoriali. Dalla visione «green» all'analisi del contesto agricolo per «fare rete» con tutti i produttori. Un doppio valore aggiunto, insomma.

È il direttore Industriale, Marco Zaninelli a spiegare come le soluzioni tecnologiche stiano rendendo sostenibile la produzione: «La Scotti non è solo una riseria (ossia un'impresa trasformatrice del riso) ma un'industria alimentare. All'interno dello stabilimento di Pavia si producono gallette, bevande vegetali, snack con riso soffiato, risotti con ingredienti già pronti (dai tartufi ai funghi alle verdure) e risi a cottura rapida. Nell'ultimo anno, pur aumentando i consumi di energia del 19%, abbiamo ridotto le emissioni di Co2 del 39%. Dalla combustione di un sottoprodotto del chicco, la lolla (che è la buccia), ricaviamo il vapore. E riduciamo anche i costi dell'energia: utilizzando l'acqua di raffreddamento dei motori, rinfreschiamo gli ambienti del sito produttivo. Da più di un anno e mezzo siamo in grado di rinfrescare e riscaldare questi ambienti in modo sostenibile come conseguenza di un processo che ha richiesto un investimento di 10 milioni di euro».

La Scotti ha osato anche nel rimuovere i parassiti infestanti dei chicchi senza utilizzare prodotti chimici. «Stiamo sperimentando la lotta integrata - ha aggiunto Zaninelli - Usiamo, con successo, le larve degli insetti predatori che sono in grado di eliminare gli infestanti e le loro uova. Accompagniamo la buona pratica con la pulizia attenta degli ambienti perchè la polvere del riso favorisce i proliferare dei parassiti. Un tempo, per sanare le derrate alimentari, utilizzavamo C02, gas naturale che soffocava gli insetti senza alterare l'alimento. Oggi non più, siamo andati oltre».

Il bilancio di un anno e mezzo è più che positivo: «Abbiamo ridotto di 5 volte la presenza degli insetti infestanti: benchè la lotta integrata sia più costosa dell'antiparassitario, nel complesso conviene, poichè, grazie alle larve predatrici, vengono eliminate anche le uova».

Scotti sta cercando anche di ridurre l'impatto degli involucri di plastica nell'ambiente per renderli riciclabili al 100%. Un'altra buona pratica è il sostegno agli agricoltori. È il direttore Qualità, Alessandro Irico, a illustrare il progetto: «Si tratta di fare rete, di condividere le proprie conoscenze a vantaggio di tutti: lavoriamo con una società di consulenza agronomica specializzata, la Sata. Non vi è alcun vincolo per gli agricoltori che collaborano: nessuno è obbligato a venderci il prodotto o a seminare varietà a nostra richiesta. Chiediamo di mostrarci la loro attività e compilare una check list. La finalità è quella di mettere i dati a sistema in una sorta di consulenza circolare». Stiamo parlando di un settore che coinvolge più di 4mila agricoltori, e che interessa più di 230mila ettari di coltivazioni. Oggi il 3% di questi terreni è entrato nel nostro sistema, c'è ancora molto da fare.

Ma con questo nuovo progetto cerchiamo di intercettare le difficoltà più frequenti, proporre soluzioni e migliorare la resa generale della filiera».

L'industria Scotti produce 365 giorni l'anno più di 400 tonnellate al giorno, è leader sia nelle vendite sia come presenza nella ristorazione e nelle mense collettive: in sette ristoranti su dieci si serve riso Scotti.

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