Lo scrittore elogia il regista Joe Wright: "Eccellenza artistica"

Ironia sulla Rai e frecciatine a destra. L'attore Marinelli: "Ruolo devastante"

Lo scrittore elogia il regista Joe Wright: "Eccellenza artistica"
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E adesso che M - Il figlio del secolo arriva sugli schermi di Sky (dal 10 gennaio) con tutta la sua portata divisiva, il fascismo come radice del populismo, quali reazioni si attendono dalla politica? Antonio Scurati, che ha seguito passo passo creazione della serie sull'ascesa del Duce tratta dal suo bestseller (il primo della quadrilogia) di un fatto è certo: «Le chiacchiere sull'egemonia culturale (della sinistra) stanno a zero: questa è arte, grande regia, copione e prova attoriale. L'egemonia non si cala dall'alto ma si raggiunge con i valori artistici. Spero che il nostro messaggio raggiunga più persone possibili in tutto il mondo». E, quindi, si augura che un giorno la serie venga trasmessa dal servizio pubblico? «Perché esiste ancora un servizio pubblico?», è la risposta tranchant.

Il regista della serie Joe Wright, inglese, non immagina reazioni furibonde da parte degli esponenti dell'attuale destra, però è pronto «a sorprendersi». Nella conferenza stampa di presentazione della fiction, punge: «Ci sarà il silenzio: la destra odia riflettere su situazioni complesse, preferisce soluzioni semplici pronte all'uso per la gente, come si vede sulla questione dell'immigrazione». Lo scrittore all'inizio ha avuto perplessità su come la casa di produzione (The Apartment di Lorenzo Mieli insieme a Sky) la stava progettando: «Temevo che non si trovasse il tono giusto, che non si riuscisse a bilanciare momenti di commedia e tragedia. Scrivendo avevo cercato una forma letteraria nuova per evitare di generare nel lettore qualsiasi forma di empatia. Bisognava sia evitare di dipingere Mussolini come un personaggio comico sia di cedere alla sua forza di seduzione. Alla fine mi sono ricreduto e devo dire che il risultato è espressione di eccellenza artistica». Wright spiega il procedimento seguito nella sceneggiatura: «Far mancare il terreno sotto i piedi allo spettatore, farlo sentire in colpa per la simpatia che si prova all'inizio per Mussolini».

Luca Marinelli ha dovuto faticare molto a somigliarli anche fisicamente: «Il corpo del capo è importante: sono dovuto diventare più massiccio. Da antifascista ho dovuto sospendere il giudizio, è stato devastante dal punto di vista umano e psicologico».

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