L'incontro ravvicinato che non ti aspetti in aeroporto: Lorenzo Pollicardo, ingegnere navale, già segretario generale di Nautica Italiana, oggi ai vertici Sybass (associazione mondiale dei costruttori di grandi yacht), nel ruolo di direttore tecnico e ambientale. L'occasione è ghiotta per strappargli un commento sulla neonata Confindustria Nautica, unica associazione di categoria, e soprattutto sul processo che ha portato finalmente alla riunificazione.
«Volentieri - precisa - ma soltanto una chiacchierata che deve rimanere tra amici, va bene?». Va bene... E sembra già un fiume in piena.
Dice: «Considerata la forza e la reputazione mondiale della nautica italiana, credo che creare un'associazione forte, che riunisca tutti i grandi nomi del comparto, sia assolutamente l'unica strada percorribile per affrontare le nuove sfide del mercato globale e individuarne le strategie vincenti. Oggi io mi occupo di grandi yacht, ma non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di un'industria che vive in larga parte sull'esportazione e quindi la compattezza di fronte a scenari e competitor internazionali diventa una condicio si qua non. È chiaro che ci sono grandi sfide tecnologiche, soprattutto sul versante ambientale, che se affrontate insieme aiutano tutto il comparto. Egoisticamente, avendo io un ruolo super partes, mi viene più facile aiutare il mio Paese da questo punto di vista. Basti pensare che l'Italia detiene il 68% del portafoglio ordini mondiale nella fascia dei superyacht dai 30 ai 50 metri».
Il processo di riunificazione, tuttavia, è ancora aperto, e non può misurarsi in settimane. Manca all'appello qualche marchio blasonato...
«Penso, ma è soltanto una mia opinione, che i prossimi saloni autunnali vedranno Confindustria Nautica ancora più compatta. Il processo di riunificazione ha generato anche un briciolo di umiltà fra tutti. Conosco Carla Demaria da quando eravamo giovani: manager di livello e carattere forte. Ha dovuto affrontare situazioni e tempi meno propizi. Così come conosco Saverio Cecchi da una vita. Me lo ricordo così com'è ora, un tessitore, la persona più indicata. Caratteri molto diversi. Quando si vota un presidente si vota la politica associativa. Il suo compito non è stato facile, come del resto quello di Lamberto Tacoli, anch'egli un grande negoziatore che ha dovuto superare grandi ostacoli interni. Un plauso a entrambi».
Si è parlato a lungo dell'immagine italiana all'estero, e Pollicardo la chiude così: «Non ho percepito negatività. Siamo stati capaci di litigare e di riunirci nel momento in cui la nautica olandese si divideva...».
Che cosa rimane? «Le guerre creano disastri. Talvolta però, quando non lasciano troppe vittime, si trasformano in buone opportunità».
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