Se il mistero delle mura è scritto nelle stelle

Secondo gli studiosi i bastioni ciclopici seguirebbero uno schema astrale

Loredana Gelli

Visite anche notturne e degustazioni guidate di olio e vino nelle «giornate di Cicerone». La città di Alatri, l’antica Aletrium, spalanca le porte dei suoi monumenti e dei palazzi del centro storico per presentarci il gusto e la bellezza di una delle più interessanti città d’arte della Ciociaria. Un intero weekend nella terra degli Ernici è l’occasione per scoprire, con l’ausilio del Centro guide Cicerone, un’Alatri doc: mura ciclopiche e, per l’occasione, anche la chiesa e la cripta di San Silvestro, il convento benedettino delle monache di clausura, l’Acropoli, con la porta dei Falli, propiziatrice di fertilità da percorrere attraverso la suggestiva scalinata e Palazzo Molella, uno dei più prestigiosi palazzi storici di Alatri. Nel chiostro di San Francesco sarà allestita una grande mostra-degustazione di prodotti tipici mentre nella Biblioteca comunale saranno esposti oli e acquerelli del XIX secolo dedicati ai costumi della regione. In Santa Maria Maggiore sarà riproposto uno spaccato della tradizionale infiorata; un angolo sarà dedicato al folklore alatrense e, nel cortile di Palazzo Gentili, all’arte amanuense. Negozi aperti, menù tipici nei ristoranti e uno spettacolo finale con ciaramelle e zampogne concluderanno la manifestazione.
Posta nell’alta valle del fiume Cosa, sui pendii meridionali dei monti Ernici, Alatri ha suscitato la curiosità di studiosi e appassionati di archeo-astronomia. Alcuni studi hanno portato a ritenere che le mura ciclopiche che cingono per circa 600 metri la città siano state realizzate secondo un preciso schema astrale, ipotesi estesa anche ad altre città ciociare come Anagni, Ferentino, Veroli, Arpino e Segni. Queste città, per assetto urbanistico e orientazione riprodurrebbero costellazioni terrestri, del tutto somiglianti a quelle celesti, collegate al mito di Ercole. Le città ciociare formerebbero, così, un vero e proprio zodiaco sulla terra, fedelmente riprodotto dalle fortificazioni megalitiche che caratterizzano tutti i suddetti centri.
Per saperne di più, un suggestivo itinerario, tra storia e leggenda, organizzato dall’ufficio turistico comunale (800253323), ci guiderà fino all’Acropoli Pelagica. La fortezza è pressoché integra. La cinta di mura risalente al IV secolo a. C. conserva, ancora, due delle cinque porte d’ingresso: la Porta Maggiore e la Minore, coperte da architravi monolitici. Anche la città bassa è racchiusa entro antiche mura che si estendono per circa 2 km raggiungendo i tre metri di altezza. Altri reperti archeologici, proventi dal circondario alatrense e una interessante collezione epigrafica, sono conservati nel caratteristico Palazzo Goffrido, sede del Museo civico. Per ammirare le testimonianze di epoca medievale ci si deve inoltrare nel centro abitato. Esempi notevoli sono dati dal Palazzo Casagrandi, dal collegio Gentili, e dalle chiese di Santa Maria Maggiore, di San Francesco, di Santo Stefano e di San Silvestro, già citate. Il duomo, che sovrasta l’antica acropoli è, invece, di costruzione barocca.
La tradizione di Alatri continua anche nei piatti tradizionali spesso legati ad usanze popolari. Come i tartalicchi al buco, sorta di frittelle dolci. Di origine medievale sono gli «urtati», pietanza povera che si ottiene utilizzando diversi tipi di pasta alla quale si uniscono legumi e spezie da servire condita con un filo di olio crudo. Prodotto d’eccellenza, l’olio di Alatri viene prodotto in sette frantoi ed esportato in Europa e in America latina.

Durante queste giornate sarà possibile acquistarlo in ampolle artigianali assieme a baccalà essiccato, salumi e formaggi e una ricca gamma di oggetti fatti a mano: dalle ciocie alle conche di rame, dagli utensili in ferro battuto alle tipiche ceramiche artigianali. Info: 800-253323 o 347-5311645.

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