Il segreto di Anna, la poliziotta del caso Claps

Fu trovata impiccata. Caso archiviato: suicidio. Ora si torna a indagare: per omicidio

Il segreto di Anna, la poliziotta del caso Claps

Il caso Claps è un cubo di Rubik insoluto. Quando ti illudi che i quadretti siano ormai tutti della stessa tinta, ecco spuntare un colore fuori posto. E allora sei costretto a ricominciare. Per mesi, per anni. Senza certezze, se non quella che Danilo Restivo è in carcere e lì resterà a lungo. Restivo dopo aver ucciso Elisa Claps «espatriò» in Inghilterra dove massacrò un'altra poveretta. Domanda angosciante: almeno questo secondo delitto poteva essere evitato? Ed è qui che si innesca un giallo nel giallo. Nel 2001 (cioè 9 anni prima del ritrovamento del cadavere della studentessa potentina nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza) il corpo del commissario di Polizia, Anna Esposito, viene trovato «impiccato» alla maniglia di una porta del suo appartamento. Benché gli stessi inquirenti parlino subito di «suicidio anomalo», il caso viene archiviato, evidenziando come possibile movente del «gesto estremo» una non meglio precisata «crisi sentimentale». Ma dietro quella morte c'è forse ben altro di un amore contrastato, di una situazione familiare complessa (ma non certo drammaticamente disperata): dietro quella morte c'è, forse, un collegamento con Elisa Claps che, all'epoca della morte della di Anna Esposito, era scomparsa già scomparsa nel nulla da otto anni. Della studentessa potentina si perdono le infatti le tracce la domenica mattina del 12 settembre 1993, mentre il cadavere delle poliziotta viene ritrovato il 12 marzo 2001. Otto anni durante i quali i sospetti su Danilo Restivo sono tanti, ma non suffiecienti ad arrestarlo; il cerchio su Restivo si stringerà infatti solo successivamente al ritrovamento del cadavere di Elisa avvenuto «ufficialmente» il 17 marzo 2010. Il commissario Esposito, pochi giorni prima della sua morte, telefonò al fratello di Elisa, dicendogli di avere «novità» sulla vicenda della ragazza. Un incontro che non avvenne mai, Anna non ne ebbe il tempo... È questo l'elemento chiave attorno al quale ruota il documentato libro inchiesta, «Il segreto di Anna» (EdiMavi), del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Fabio Amendolara. Pagine e pagine di presunte «discrepanze nei rapporti giudiziari della polizia e falle investigative». Sullo sfondo le «coincidenze» che collegherebbero la morte del commissario all'omicidio della giovane Elisa. Usatissima nel libro è la parola «depistaggio». La stessa che ha contraddistinto - non senza ragione - l'intera odissea della famiglia Claps che la sua battaglia l'ha sempre combattuta (e vinta) con tenacia e dignità. Ma nel caso Claps sono ancora tante le cose che ancora restano in penombra. Ma non è mai troppo tardi per far entrare la luce. Per questo va salutata con favore la decisione della magistratura lucana di riaprire il fascicolo sulla morte del commissario Anna Esposito. Suo padre ha sempre urlato: «Mia figlia non si sarebbe mai tolta la vita...».

E allora non resta che un'altra ipotesi: omicidio, la nuova pista su cui la Procura della Repubblica di Potenza ha deciso di indagare. Qual era il «segreto» che Anna voleva svelare al fratello di Elisa? Chi aveva interesse a chiudere la bocca della poliziotta?
Il cubo di Rubik continua ad avere un colore fuori posto.

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