Sempre più classi miste a fare educazione fisica

Preoccupati i sindacati dei docenti: «In questo modo il pericolo che rischiamo è quello di trovarci con un esubero di insegnanti»

Educazione fisica per classi o per squadre. Ossia ragazze e ragazzi insieme in palestra, oppure divisi. La tendenza in atto è ormai decisamente orientata verso la prima ipotesi. Lo indica la più recente disposizione ministeriale, lo dicono le stesse scuole che a Milano e provincia vedono insieme maschi e femmine in palestra. Normalmente e elementari e medie, ma anche alle superiori.
Qui infatti sulle 5mila 770 classi attualmente attive si registrano soltanto 974 squadre maschili e 917 femminili. Una minoranza, dunque, perché sin dal 1997 le scuole mettono insieme ragazzi e ragazzi a far ginnastica. Negli istituti professionali e istituti tecnici, in particolare. Le resistenze si annidano esclusivamente nei licei. Le motivazioni? Si dice che con le squadre diventa assai problematico coltivare un’attività che sia funzionale alla pratica sportiva. «Mentre da un lato i ministri della pubblica istruzione e dello sport dei diversi governi succedutisi negli ultimi anni, fanno convenzioni col Coni per incentivare la pratica sportiva e le attività motorie nelle scuole - osserva il sindacalista Pippo Frisone - dall’altro mettono ripetutamente a rischio la sopravvivenza stessa dell’Educazione fisica nel novero delle discipline curricolari. E poi a corollario di tutte le contraddizioni aperte si fa un gran parlare di coinvolgere le scuole e i giovani nella pratica sportiva, nella lotta al bullismo , nella lotta alla droga ecc.».
Ma forse la ragione di fondo di queste resistenze è quella della perdita di posti perché in effetti l’organizzazione di questo insegnamento per classi consente un risparmio di cattedre, con la conseguenza di rendere in esubero qualche docente e costringerlo a cambiare luogo di lavoro. Spiega il sindacalista Frisone: «Questa ipotesi comunque può essere scongiurata. Risulterebbe antieconomico e fonte di spreco mandare in esubero i docenti di Educazione fisica. Ciò vorrà dire che da una tale operazione non potrà determinarsi un soprannumero a livello provinciale. Sarà compito dell’Usr (Ufficio scolastico regionale) far sì che ciò non avvenga, assegnando e distribuendo una dotazione organica per il prossimo anno scolastico sufficiente ad evitare l’esubero.

La possibilità di ripristinare comunque l’insegnamento per squadre distinte per sesso rimane affidata al Collegio, stante l’organico determinato sulle classi. Ciò vorrà dire che le squadre dovranno avvicinarsi come consistenza numerica a quella delle classi».

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