«Sergio sbaglia, non sa dialogare»

Giuseppe Salvaggiulo

da Milano
Francesco Pancho Pardi, il geografo fiorentino diventato nel 2002 eroe dei girotondi e incoronato a piazza Navona da Nanni Moretti come «il nuovo leader dell’Ulivo», misura le parole sul caso Cofferati. «C’è poco da dire, anche perché ho imparato che parlare troppo è peggio». Ma la scarsa propensione alla parola non è sintomo d’indifferenza: «No, la vicenda di Bologna mi addolora molto. Ecco, la cosa che voglio dire sono due: la prima è che sono molto addolorato. La seconda è che non riesco a sposare nessuna delle due posizioni in campo».
Perché è amaggiato?
«Il motivo è evidente. Ed è che non ci si può trovare a fronteggiare un’emergenza di questo genere in condizioni così difficili».
Quando dice “emergenza” si riferisce alle manifestazioni di piazza e al ritorno della violenza?
«No, mi riferisco all’emergenza rappresentata dall’esistenza di fenomeni di emarginazione urbana che sono innegabili e che vanno gestiti da un sindaco».
E le piace il modo fermo con cui li sta gestendo Cofferati?
«No, mi sembra che difetti di capacità di interlocuzione».
Quindi sta dalla parte dei suoi contestatori?
«Nemmeno. In questo caso io non sposo nessuna delle due posizioni in campo. Anche ai contestatori di Cofferati rimprovero l’assenza di dialogo».
Ma il problema resta: Cofferati privilegia la stella polare della legalità per affrontare gli occupanti abusivi delle case come i lavavetri.

Che opinione ha?
«Guardi, io penso che il problema dell’emarginazione urbana non si possa risolvere. Almeno non in Italia: ci vorrebbero strutture di Welfare State che purtroppo non abbiamo. Del resto il problema non l’hanno risolto nemmeno i cattolici buoni, che vanno ad aiutare i poveri uno per uno».

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