Dagli anni ’80 con furore: il mito di Willow in una serie tv per tutte le età

Il celebre film del papà di Star Wars diventa ora una serie tv che occhieggia ai fan di vecchia data e alle nuove generazioni. Su Disney+ dal 30 novembre i primi 2 episodi

Dagli anni ’80 con furore: il mito di Willow in una serie tv per tutte le età

Le serie tv sono diventate un’estensione del cinema. Questo è un dato di fatto. Due universi che fino a qualche tempo fa camminavano su due rette parallele, destinati ora a incontrarsi nel mondo in cui la tv è diventata più fruibile grazie all’avvento delle piattaforme streaming. Tutto ciò ha influito nel proliferare di tante produzioni a episodi che vivono grazie alla forza del grande schermo. L’esempio di Willow è calzante. Disponibile su Disney+ dal 30 novembre con i primi due episodi – i restanti saranno disponibili ogni mercoledì – la serie è sviluppata da Jonathan Kasdan e Wendy Mericle ed è basata sull’omonimo film del 1988 che all’epoca fu diretto da Ron Howard e ideato da George Lucas (il creatore della saga di Star Wars). Non è una ripartenza ma più che altro è un vero e proprio sequel del film che apre a un mondo pieno di magia e mistero, fatto di troll, nani, profezie e epiche battaglie.

Un fantasy puro, rivolto ai più giovani dato che i protagonisti sono quasi tutti adolescenti, ma che rievoca alla perfezione le atmosfere del film cult, proponendo una storia dal grande appeal, avvincente, oscura ma anche ironica e che convince fin dal primo minuto. Sono passati ben 34 anni da quando il film di Willow è arrivato al cinema eppure la serie riesce a erigere un ponte tra passato e presente, regalando al pubblico un’esperienza unica nel suo genere. Online ci sono i primi due episodi che stuzzicano già l’attenzione. Nella totalità sono 8 da un’ora (più o meno) ciascuno per un viaggio di cuore e pancia in mondo popolato dalla magia e dove tutto sembra ancora possibile.

Un gruppo sgangherato di "eroi" contro le forze del male

Sono passati più di venti anni da quando il regno di Andowyne non è più sotto l’influsso dei poteri oscuri. La regina si prepara al matrimonio della giovane figlia che sancirà un’unione tra due casate così da garantire un baluardo in più contro quei poteri malvagi che vivono ai confini estremi del regno. All’epoca, grazie all’aiuto di Willow, stregone pacifico che vive a Nelwyn, il male è stato respinto ma potrebbe ritornare. E infatti, alcune creature irrompono nel castello della regina e rapiscono Arik, erede al trono e fratello della principessa Kit. Così guidati da Boorman, un ladro e spadaccino a cui verrà offerta la libertà, la principessa Kit, con Graydon, l’indomita Jade e la romantica Dove, il gruppo si spinge oltre i confini del regno per salvare Arik dalle forze del male. Sul loro cammino troveranno proprio Willow, lo stregone del film interpretato ancora una volta da Warwick Davis, il quale aveva previsto il ritorno di un oscuro potere, rivelando anche segreti sepolti nel tempo che riguardano la giovane Dove e il destino stesso di Kit.

E quell’effetto nostalgia

Anche se cade piuttosto spesso in tutti i classici clichè di un dramma adolescenziale – non poteva mancare la tematica LGBT – la serie è comunque un piacevole intrattenimento. Affonda le mani nel genere fantasy proponendo un racconto intriso di tutte le caratteristiche più tipiche, ma riesce anche a prendere il meglio dal film di riferimento, adattando temi e linguaggi al mondo di oggi e al pubblico di serie in tv in cerca di un prodotto di stile ma senza fronzoli. Infatti, Willow punta proprio sull’effetto nostalgia che attira sia chi ha amato il cult degli anni ’80 e chi vuole perdersi in una storia fantasy piena di magia e di pathos. È come se fosse costruita su due rette parallele. La prima guarda al passato, proponendo un canovaccio già abusato; la seconda guarda al presente e rivolge attenzione ai gusti di un pubblico sempre più esigente. Due linee che non si incontrano mai, che corrono su due binari distinti e separati ma che riescono a creare un’ottima cornice narrativa per una serie che, di fatto, potrebbe diventare la più invitante dell’anno.

Non chiamatela serie "cervellotica"

Abbiamo puntualizzato il fatto che Willow è una serie fantasy ma, benchè in passato sia stata la pioniera di un genere molto apprezzato come lo dimostrano i successi di Labirinth, La storia infinita e altri ancora, in tv non segue schemi e ritmi di un genere che ha trovato spazio in produzioni di alto profilo come il Trono di Spade o Quelle Oscure materie. La serie di Disney+ propone un plot molto esile, poco arzigogolato, senza troppi fronzoli, fruibile a tutti e con scarsi voli pindarci. Willow, infatti, ha conservato il fascino di un fantasy anni ’80, contestualizzando le storie e colpi di scena in un’ottica più moderna senza dimenticare il suo stesso passato. Si punta all’intrattenimento, senza pensare a costruire un impianto narrativo di difficile fruizione. E, forse, Willow ha trovato spazio proprio per questo motivo.

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"Una versione più matura di Willow"

È l’attore protagonista della serie che, durante una tavola rotonda virtuale con i giornalisti europei, rivela alcuni dettagli sulla realizzazione dello show. "Non ho avuto paura a riprendere il ruolo di Willow – confessa a chiare lettere -. Per anni si è parlato di un sequel ma alla fine l’idea non si è mai concretizzata. Le voci mi hanno costantemente infastidito – rivela -. È una domanda a cui non ho mai saputo rispondere. Fino a quando non ho incontrato Jon Kasdan, che è un grande fan di Willow. Era ossessionato dal ruolo che ho ricoperto al cinema, così abbiamo cominciato a parlare e a discutere insieme". Il creatore della serie ammette che portare in tv la serie è stata una vera sfida. "È come se in ogni episodio attraversasse un confine, cercando di rendere lo show familiare ai fan di vecchia data e soddisfare il nuovo pubblico – ammette -. Ci sono differenze con il film ma abbiamo pensato a una versione più matura di Willow rispetto al passato".

Il film fu un flop al botteghino

George Lucas ha cominciato a lavorare al film di Willow nel lontano 1972, immaginandolo come un’estensione dell’universo di Guerre Stellari. Conobbe l’attore che poi è diventato l’attore protagonista durante la realizzazione de Il ritorno dello Jedi, quasi dieci anni il primo concept. Il film ha visto la luce solo a fine anni ’80, poiché la tecnologia degli effetti visivi divenne finalmente abbastanza avanzata per realizzare la sua visione. Le riprese durano due anni e sono state svolte in Galles, altre parti del set sono state ricostruite negli studios. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes, non è stato un buon successo al box office, tanto è vero che lo stesso George Lucas fu deluso dagli incassi. Ha ottenuto, invece, ottimi risultati in home video e nei successivi passaggi in tv. Allo stesso tempo non ha avuto buone critiche da parte della stampa tanto da far sfumare l’idea di un possibile sequel. L’idea di una serie tv è cominciata a circolare già nel 2005, rivelando che la casa di produzione di George Lucas e lo stesso Ron Howard sarebbero stati coinvolti nel progetto. Nell’ottobre del 2020 il primo ciak con un cast rinnovato e, come abbiamo visto, il ritorno di tanti volti noti ai fan.

Perché vedere Willow?

È una serie confortante. Così la si potrebbe descrivere. Fin dall’inizio il pubblico sa già a cosa va incontro. I primi due episodi funzionano e sono perfetti nell’introdurre la storia e tutti i meccanismi.

Piace a chi ha apprezzato il primo film e piacerà anche agli estimatori di un fantasy "old fashion" e sarà piacevole per quel tipo di pubblico a cui piace perdersi in una storia semplice, onesta e piena di buoni sentimenti. Da vedere perché Willow trasuda un fascino anni ’80 che, a essere onesti, è la sua particolarità vincente.

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