L'elogio dei "freaks": la Mercoledì Addams di Tim Burton arriva su Netflix

Arriva il 23 novembre su Netflix Mercoledì, serie televisiva dedicata a Mercoledì Addams, diretta da Tim Burton, regista che finalmente può tornare a parlare dei suoi amati mostri

L'elogio dei "freaks": la Mercoledì Addams di Tim Burton arriva su Netflix

Dopo essere stata presentata in anteprima al Lucca Comics and Games, ora Mercoledì è pronta a fare il suo debutto su Netflix il prossimo 23 novembre. Si tratta dell'attesissima serie televisiva incentrata su Mercoledì Addams che porta la firma del regista californiano Tim Burton, che si misura con la narrativa seriale dopo aver dato tantissimo al mondo della settima arte. Composta da otto episodi, Mercoledì è una serie che miscela molti elementi e molti generi: dalla commedia all'horror, passando per il romanzo di formazione fino al romance teen. Tutti elementi che Burton - in veste anche di produttore esecutivo - è riuscito a intrecciare con un'abilità che di certo non deluderà i fan.

Di cosa parla Mercoledì?

La serie prende il via quando la giovane Mercoledì (Jenna Ortega) viene espulsa dall'ennesima scuola pubblica, dopo aver tentato di uccidere alcuni sui compagni con dei piranha. I suoi genitori, Gomez (Luis Guzmán) e Morticia (Catherine Zeta-Jones), decidono allora di iscriverla a semestre già iniziato alla Nevermore Academy, la scuola che entrambi avevano frequentato e che ha la nomea di essere un rifugio per i freaks, le creature soprannaturali e persone che, come Mercoledì, non riescono a farsi capire dai cosiddetti "normali". All'inizio Mercoledì è tutt'altro che entusiasta all'idea di doversi trasferire nella scuola privata, ma ben presto il suo interesse e i suoi poteri di preveggenza verranno risvegliati quando qualcuno comincia ad attentare alla sua vita, mentre intorno a lei cominciano ad avvenire fatti strani e omicidi macabri e truculenti.

Il ritorno di Tim Burton, tra mostri e poesia

Era il 2019 quando in sala arrivò Dumbo, il live action di casa Disney che portava la firma di Tim Burton: una pellicola che venne accolta con tiepidità dalla critica e dal pubblico e che di fatto sanciva l'ultimo tassello della collaborazione tra Burton e la Disney. Una collaborazione che, nel corso degli anni Duemila, aveva portato Burton verso un tracollo della sua creatività: escluso per antonomasia, artista capace di cantare il mondo dei freaks e dei cosiddetti diversi, Tim Burton si sentiva in qualche modo rinchiuso dentro le rigide regole della Disney, la cui narrativa deve sempre rispondere a standard ben precisi e collaudati. Questo ha fatto sì non solo che Tim Burton si sentisse egli stesso un derelitto all'interno dello studio per cui lavorava, ma anche che i suoi film perdessero quella spinta vitale che invece avevano i primi lavori, come Edward mani di forbice o Big Fish.

Anche per questo l'arrivo della serie Mercoledì - Wednesday in lingua originale - era molto atteso, tra grandi aspettative e timori. Come la Disney, infatti, anche Netflix è una grande industria, pensata e costruita per fare soldi sulle storie che propone e che, di conseguenza, devono essere il più universali possibili. Un limite che sembrava molto simile a quello imposto dalla Disney, specie nell'epoca del politicamente corretto, dove qualsiasi deviazione dal percorso prestabilito viene visto come un attacco e una minaccia. Invece la nuova serie in arrivo sembra aver permesso a Tim Burton di trovare un nuovo equilibrio, dove riesce ad accontentare le richieste dello studio senza però rinunciare alla sua anima e alla sua arte.

Ecco allora che Wednesday si trasforma in un vero e proprio elogio alla mostruosità. Mostruosità intesa non come bruttezza, deformità o crudeltà: per Tim Burton il mostro è un essere straordinario, qualcuno che esula dalla quotidianità e che ha un animo troppo puro per una società al contrario troppo corrotta. Da questo punto di vista la piccola di casa Addams è l'esempio perfetto di questo tipo di mostruosità: Mercoledì è cinica, gode della sofferenza altrui e sembra essere incapace di qualsiasi forma di empatia. Ma al tempo stesso è intelligente, fedele, onesta. Rappresenta quasi una versione migliorata dell'essere umano e davanti all'occhio della macchina da presa i mostri non sono più i freaks o i fenomeni da baraccone, ma gli uomini stessi, capaci di grandi stragi e di efferate violenze piene di egoismo.

Per lo spettatore è dunque una gioia ritrovare la poesia dell'arte burtoniana, ritrovare quei mostri soli ma pieni di voglia di uscire dal bosco. Grazie anche a una trama che guarda molto al mystery e al giallo, il ritmo della serie è incalzante e intrattiene apparentemente senza sforzo.

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