I punti chiave
Complice il successo delle tante piattaforme streaming che sono presenti nel nostro Paese, oltre ai grandi film e alle serie tv americane, di recente c’è una vera e propria riscoperta degli "anime" giapponesi. Di grande impatto sulle reti generaliste e poi, successivamente, su quelle specializzate, il fenomeno delle serie televisive animate è un fenomeno del Sol Levante che è imploso, in Italia come nel resto del mondo, durante gli anni ’80. Di grande tradizione in Giappone, la loro influenza ha permesso di far conoscere a noi europei un mondo nuovo, fatto di miti, leggende e tradizioni. Gli anime, ieri come oggi, sono capaci di leggere il nostro futuro, ma anche il presente e il nostro stesso passato. Infatti, una serie in particolare – per essendo molto datata – non è mai passata di moda, diventando un cult indiscusso. Stiamo parlando di Lady Oscar, l’anime che racconta e rivisita la Francia dell’ancien règime attraverso le storie della corte di Versailles, e in particolar modo, della giovane Maria Antonietta d’Austria.
Dopo che per anni il mito di Lady Oscar ha spopolato in tv, diventando per Canale 5 e Italia Uno un vero e proprio punto di riferimento, tutti e 40 gli episodi della serie, dal primo settembre, sono disponibili (per la prima volta) su Amazon Prime Video, così da poter assaporare (e rivedere) uno degli anime più belli di sempre che, seppur con qualche licenza poetica, è stato capace di raccontare la corte di Parigi prima che fosse scossa dalla rivoluzione francese. Dalla sua prima apparizione sono trascorsi più di quarant’anni, ma come mai Lady Oscar viene apprezzata sia dalla vecchia che dalla nuova generazione? E’ una delle poche serie giapponesi che regala un’immagine aderente di una pagina di storia molto importante e che ha cambiato gli assetti politici (e sociali) dell’era moderna.
La nobildonna che diventa il capitano delle guardie reali
Protagonista, come è giusto che sia, non è la Parigi del 1700 o l’inquieta Regina Maria Antonietta. O meglio, In Lady Oscar ci sono gli intrighi di corte, c’è la storia di Parigi infetta dal morbo della rivoluzione, ci sono gli amori, i tradimenti e c’è l’opulenza, ma più che altro, la serie è il racconto di una nobildonna che per volere del padre (che voleva a tutti i costi un maschio) è diventata il capitano delle Guardie Reali. La storia di Lady Oscar è molto singolare. In una realtà ben lontana dalla modernità e in cui le donne ancora non avevano trovato il modo di equipararsi agli uomini, Oscar François de Jarjayes ha trovato il modo di imporsi in una realtà scomoda e per nulla aperta alla “diversità”. Cresciuta come un uomo, Lady Oscar ha potuto perdere un po' della sua femminilità per diventare una donna che parla e pensa come un uomo e che è devota solo alla sua regina. Non sfugge dall’amore, però, che molto spesso bussa alla sua porta. Dall’infatuazione con il conte di Fersen, fino al sentimento puro e sconsiderato che ha provato per Andrè. Dal 1770 anno in cui la Maria Antonietta sposa il Delfino di Francia fino alla presa di Bastiglia, in cui Lady Oscar rinuncia al suo titolo nobiliare per combattere a fianco del popolo, la storia piega i fatti realmente accaduti per regalare al pubblico un’immagine vera e aderente della Francia dell’epoca, con i suoi usi e costumi più particolari, facendo entrare così nel mito la storia della prima donna che ha indossato una divisa da militare.
Prima dell’anime c’è solo La Rosa di Versailles
La serie animata è nata dopo il grande successo (in patria) del manga scritto e editato da Riyoko Ikeda. È stato serializzato in Giappone dal 21 maggio 1972 al 23 dicembre 1973 sulla rivista Margaret di Shueisha e raccolto in nove volumi tankobon. La trama, ispirata alla biografia Maria Antonietta, una vita involontariamente eroica scritta da Stefan Zweig, narra la vita della regina dall'arrivo in Francia fino alla sua morte. A lei si affianca il personaggio immaginario Oscar François de Jarjayes, una donna cresciuta come un soldato, che stringe una profonda amicizia con la regina, ma aderirà al popolo nei tumulti antecedenti la Rivoluzione francese. Il manga che ha come titolo La Rosa di Versailles nasce in un periodo in cui i manga shojo, ossia quelli destinati a bambine e ragazze adolescenti, iniziarono a diffondersi maggiormente rispetto al passato. La particolarità di questa nuova diffusione parte proprio dalle autrici che riescono ad affermare il loro lavoro durante un periodo di forte subordinazione femminile nella società giapponese. La Ikeda è considerata una pioniera e il suo Lady Oscar si dimostra una vera e propria innovazione perché presenta scene e tematiche mature mai raccontate prima in un manga di quel target. Il manga è arrivato in Italia per la prima volta nel 1993 sotto il marchio della Granata Press.
Storia e mito per una storia di grande impatto
Di così grande impatto perché la serie, attraverso la Storia vera e fatti realmente accaduti (sapientemente miscelati all’interno della narrazione), è stata capace di essere non solo un drama storico di buona fattura ma anche un racconto intenso ed emozionate di una donna che si muove in un contesto poco facile. E ha trovato successo perché, con un tratto semplice e onesto, ha raccontato una pagina di Storia molto importante per l’era moderna e contemporanea, raccontando di un popolo che è stato capace di far cadere una monarchia pur di far valere i propri ideali di libertà e di uguaglianza. La serie spiega proprio questo binomio e lo fa attraverso lo sguardo di due donne, l’una diversa dall’altra.
Lady Oscar che è apparsa in un episodio di Lupin III
In pochi, forse, sono a conoscenza di questo piccolo retroscena su Lady Oscar. Poco prima della messa in onda dell'anime in Giappone, Lady Oscar e André compaiono nell'episodio 101 della serie Le nuove avventure di Lupin III, dove il ladro gentiluomo si innamora proprio della protagonista pur credendola un maschio. L'episodio è basato su un’idea originale di uno spettatore per un concorso, gestito dallo studio di produzione, per la celebrazione del centesimo episodio della serie. È stato prodotto appositamente per pubblicizzare la messa in onda di Lady Oscar che è arrivato sullo stesso canale ventitre giorni dopo.
Oltre la Rivoluzione ci sono le "storie gotiche"
La serie originale, nel manga, non termina con la morte di Lady Oscar. Anzi si spinge ben oltre la presa della Bastiglia, raccontando come la Francia sia passata dagli ideali di libertà al periodo del Terrore. L’anime invece si conclude proprio con un lungo flusso di coscienza dopo la dipartita della protagonista. Dieci anni dopo la parola fine, l’autrice è tornare a raccontare la storia di Oscar e Andrè in una sorta di spin-off della serie madre. Vengono pubblicate le storie gotiche e sono ambientate tra i numeri 7 e 8 del manga, poco prima che André venne ferito all'occhio. Sono dei racconti autoconclusivi, alcuni comici altri con tratti fantasy, in cui la stessa Oscar si trova a indagare su alcuni misteri a corte. Sono rimasti inedite in Italia per molto tempo e sono state tradotte solo durante la seconda edizione della serie.
E c’è anche il sequel (ma solo a fumetti)
Con il titolo di Eroica - La gloria di Napoleone, l’autrice nel 1987 scrive il sequel di Lady Oscar, ambientando la storia durante le Guerre Napoleoniche che hanno scosso tutta l’Europa.
Non è stato mai realizzato un anime perché, di fatto, il manga non ha avuto successo come il primo capitolo. In Italia è stato pubblicato per Magic Press diventando oggi introvabile. Per cercare di creare un ponte tra le due opere, Lady Oscar appare in diversi flashback.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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