Un terapista caduto in un vortice auto-distruttivo fatto di alcol e droghe dopo la morte della moglie, una figlia adolescente trascurata, affetti e pazienti percepiti alla stregua di fantasmi. Inizia in modo piuttosto drammatico Shrinking, la nuova commedia di Apple Tv+ creata dalla coppia già dietro al grande successo di Ted Lasso, Bill Lawrence e Brett Goldstein. Ad affiancarli nella scrittura lo stesso protagonista della serie, Jason Siegel (l'indimenticabile Marshall di How I Met Your Mother), interprete magistrale dello psicanalista Jimmy Laird, che ancora fatica a riprendere in mano la sua vita a un anno dal tragico lutto. Ma, sembra dirci Shrinking fin dal primo dei nove episodi, toccato il fondo si può solo risalire.
A dargli l'input è la frustrazione accumulata a causa dell'atteggiamento recidivo dei suoi pazienti: all'ennesimo processo di autoconvincimento di una giovane donna di fronte alla violenza pisocologica del marito, Jimmy le dice con brutalità, contro ogni regola deontologica, di lasciarlo. Così scopre che infrangendo alcune (molte) barriere professionali e intraprendendo metodi poco convenzionali può riuscire ad aiutare meglio non solo i suoi pazienti, ma anche se stesso. Jimmy inizia a dire ai suoi clienti esattamente quello che pensa e che dovrebbero fare, intromettendosi nella loro vita e lasciando, in alcuni casi, che loro si intromettano nella sua.
Un metodo che avrà ovvie conseguenze anche suoi suo cari, in primis sua figlia Alice (Lukita Maxwell), di cui vorrebbe riconquistare la fiducia dopo averla lasciata - o meglio abbandonata - alla cure della stravagante vicina di casa Liz (Christa Miller). Così, mentre si impegna a fare il padre, l’amico e lo psicoterapeuta, cambiano i suoi rapporti con gli amici e colleghi Gaby (Jessica Williams) e Paul (il Dottor Rhodes, suo capo e mentore, interpretato nientemeno che da Harrison Ford), quello con i vicini, quello dimenticato con il miglior amico Brian (Micheal Urie) e quello appena nato con il paziente Sean (Luke Tennie), ex soldato che lotta contro lo stress post-traumatico e un irrefrenabile istinto di violenza.
Il risultato è sorprendente e trascinante. A cambiare sono tutti i personaggi, come in un intricato gioco di terapia collettiva in cui ci si risana reciprocamente le ferite interiori. Senza mai scadere in una retorica patetica, nell'eccessivo sentimentalismo o nello stereotipo, Shrinking dipinge una realtà fortemente umana, con personaggi efficaci e sofferenze verosimili. Soprattutto, il regista James Ponsoldt riesce a tenere insieme con estremo naturalismo i diversi toni emotivi. Le battute si susseguono con intelligenza e ironia, per poi abbracciare di colpo la sfera più emotiva dei suoi personaggi, generando di conseguenza nello spettatore reazioni opposte e parallele: momenti di apprensione e vera e propria commozione sono seguiti un attimo dopo dalla risata liberatoria. Alla fine lo spirito ne esce più leggero, catarticamente liberato.
A completare il quadro il rispetto della salute mentale, trattata in maniera pulita e competente. Non sono molte le serie, e in generale le occasioni, in cui si parla di terapia e salute mentale con tatto, empatia e anche la giusta arguzia. Questa serie riesce a non ridere mai dei propri personaggi, anche quelli più tormentati e bizzarri, piuttosto mostra come pezzo dopo pezzo possiamo ricostruire un equilibrio scoprendo che la vita, al netto dei suoi momenti drammatici, può regalarci occasioni in cui sorridere e, magari, tirare un sospiro di sollievo.
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