Ventidue anni di Smallville. Perché è una serie tv da vedere e rivedere

Ancora oggi è una serie tv che non passa mai di moda. Perché le avventure di Clark Kent sono diventate un cult indiscusso?

Ventidue anni di Smallville. Perché è una serie tv da vedere e rivedere

È stata una tra le serie tv più rappresentative degli anni 2000 e che ha segnato il modo di raccontare il mondo dei super-eroi nel piccolo schermo. Prima del grande fenomeno di Arrow e del suo "arrow-verse", c’era solo Clark Kent e la sua Smallville. Il primo episodio della storica serie tv, che ha raccontato la gioventù di Superman, risale al 16 ottobre del 2001 sul canale americano della TheWB (diventato poi The CW dal 2006). Un successo che è stato quasi istantaneo dato che il primo episodio ha totalizzato più di 8 milioni di telespettatori in America, diventando uno dei programmi più visti della rete. Un anno dopo – era il dicembre del 2002 – Smallville arriva su Italia Uno e, anche nel nostro Paese, la serie ispirata ai personaggi della DC Comics diventata un vero e proprio cavallo di battaglia per le reti Mediaset.

Ben 217 episodi dopo, la serie si conclude e lascia un vuoto nel cuore dei fan ma entra nel mito come serie a tema più longeva della tv. Oggi tutti gli episodi di Smallville sono disponibili su Amazon Prime Video in un’ottica di riscoperta dei grandi cult del passato. Ventidue anni dopo il suo primo episodio la serie è ancora attualissima e di grande impatto, capace di essere sia un teen-drama fresco e genuino che un racconto intra-generazionale.

Realizzata da Alfred Gough e Miles Millar, all’inizio (era il gennaio del 2000) si stava pensando a una serie che potesse raccontare la nascita di Batman ma il flop – sempre sulla stessa rete – di Birds of prey ha fatto cambiare idea. Di fatti il network non ha mai approvato il progetto. Così l’idea di focalizzarsi su Clark Kent e dipingere un personaggio umano che potesse andare alla scoperta dei suoi poteri e delle origini. Il progetto è diventato realtà e Smallville è diventata poi una vera hit per il network. Nel 2006 è stato realizzato anche il pilot per un potenziale spin-off su Aquaman ma il progetto non è stato mai portato in tv. Alla fine delle serie, le avventure sono poi continuate sulla carta stampata con una serie a fumetti pubblicata nell’aprile del 2012. Con un tale successo, perché dopo 22 anni diventa una serie cult?

Non è solo una storia di un uomo diventato eroe

Nato come un esperimento televisivo che potesse miscelare sia la narrazione di un dramma giovanile che la tradizione del mondo dei fumetti, Smallville fin dal debutto ha mostrato le sue vere intenzioni. Non è solo la celebrazione di Superman, delle sue imprese e di tutti i personaggi che ruotano attorno a lui, ma più che altro è un racconto intenso e appassionante di un eroe che si è fatto uomo. Al di là dell’uomo d’acciaio che ha lottato per la salvezza dell’umanità, si è cercato di capire chi fosse il vero Clark Kent prima che diventasse un giornalista e un eroe indomito e coraggioso. La serie si focalizza su un Clark giovane, per nulla consapevole del destino che pesa sulle sue spalle, e affronta i problemi dell’adolescenza, i primi amori, le prime delusioni e affronta di petto la sua "diversità" e il fatto di essere un super-uomo in un mondo senza infamia e senza lode.

Smallville che "racconta" tutto l’universo DC

Prima di lui ci sono stati tante serie tv sui personaggi dei fumetti, come Wonder Woman a inizio degli anni ’80, L’incredibile Hulk e le "celebri" Avventure di Lois e Clark ma nessuna di queste ha cercato di essere fedele ai personaggi dei fumetti. Smallville è stata unica anche in questo, perché pur modellando le sue storie a un pubblico giovane, ha fotografato l’immensità della tradizione della DComics proponendo uno sguardo su tutta una serie di personaggi che sono molto amati dal pubblico. Come dai nemici storici - Lex Luthor, Braniac, Doomsday fino a Darkseed – fino alla neo-nata Justice League. E lo sguardo al mondo dei fumetti è stato fedele oltre che funzionale alla narrazione. Nota stonata è stata tutta la narrazione della stagione 4 focalizzata su magia e esoterismo, tanto da essere poi accantonata nella stagione successiva.

Lex Luthor, un villain machiavellico

Parlando proprio di personaggi storici, punta di diamante è stato quello di Lex Luthor (interpretato da Michael Rosenbaum). Il cattivo dei cattivi che si scontra diverse volte con Superaman, qui viene presentato da un diverso punto di vista. Come tutti, anche Lex Luthor ha un passato e la serie scende a fondo nell’anima del celebre villain, proponendo un approccio molto umano al personaggio di Lex. Da amico di Clark e spinto dalla fame di potere di suo padre, pian piano assume i contorni di un uomo diabolico, scaltro e intelligente disposto a tutto pur di sapere chi sia il vero Clark Kent. Resta nella serie fino alla fine della stagione 6 per tornare poi in un cameo nell’ultima stagione.

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Una serie teen e adult

Piace ed è poi diventata di così largo consumo anche nell’epoca della tv in streaming, perché Smallville è una serie che non passa mai di moda. È attuale, nei temi e nella messa in scena, anche se sono passati 22 anni dal suo debutto. È un racconto vivo, viscerale, inteso e per nulla banale che racconta la gioventù di ieri (e di oggi) e sposta più volte l’attenzione sul mondo degli adulti, mostrando ad esempio le fragilità di un genitore e i pericoli che incombono sui figli. Un modo del tutto originale per approcciarsi al tema.

Un primato che nessuno è riuscito a scalfire

Fino a questo momento resta una delle serie a tema super-eroi più longeve di sempre. Nessuna, neanche quelle successive, hanno battuto il suo primato. Smallville è stata premiata da ottimi ascolti che sono calati solo nella stagione 10, pur mantenendosi oltre i due milioni di telespettatori.

In Italia è diventata un vero e proprio fenomeno, tanto da essere seguita da quasi 5 milioni di persone, quasi quanto è avvenuto con i primi episodi di X-Files. Dal Parentes Council Televisioni è stata definita la “miglior serie per famiglie”.

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