da Ischia
«Ma che sei morto?». Se l'è sentita ripetere spesso, Pietro Sermonti, questa domanda negli ultimi mesi, dopo aver abbandonato tre anni fa Un medico in famiglia. Ricordate? Sermonti interpretava il dottorino Guido Zanin, il medico che tutti vorrebbero incontrare una volta nella vita: dolce, simpatico, comprensivo. Lasciare, dopo due serie di successo, è stata una sua scelta, mai rinnegata. Pietro ha preferito lavorare in prodotti di nicchia, in questo periodo, e ha esordito anche nel cinema: opere prime. Due delle quali, unici film italiani della stagione, usciranno in estate, a fine luglio. Il primo Sweet sweet Maria, di Andrea Frezza al fianco di Maria Grazia Cucinotta, l'altro, Solometro di Marco Cucurnia, presentato ieri in anteprima all'Ischia Global Fest: «Praticamente li vedranno quattro suore sotto la canicola», commenta Sermonti con una battuta.
Il prezzo dell'impopolarità... Rimpiange dunque di aver detto addio alla fiction con Lino Banfi?
«No, anche se non ho mai detto: basta tv. Abbandonare Zanin non era facile. Per molti la mia è stata una scelta di grande coraggio. Per me, la logica conseguenza di quello che veramente avrei voluto fare di questo lavoro e della mia vita. Per compiere un passo indietro nella mia carriera, buttandomi dal treno in corsa, mi è stato di grande aiuto lo yoga, che pratico da qualche anno. Ma una cosa vorrei precisarla: non sono morto. Anzi, mai stato cosi vivo».
Ha dovuto rinunciare a molte cose lasciando Un Medico in Famiglia?
«Non proprio, perché ho scoperto che la popolarità non fa per me. Mi spiazzava addirittura essere al centro dell'attenzione. Certo, tra una serie e l'altra mi offrivano di tutto. Poi, per un periodo, più niente. Pensi che adesso non ho nemmeno un ufficio stampa. E ora accetto ruoli che mi piacciono sui canali satellitari, come Boris su Sky vivo, una fiction ambientata in una soap, protagonista una troupe sgangherata. Nella scorsa stagione è stato considerato un prodotto di culto, tanto che si sta pensando di realizzare la seconda serie».
Una curiosità: nel periodo di Un medico in famiglia chissà quante donne ai suoi piedi avrà avuto.
«In realtà ricordo solo paparazzi, tanti paparazzi appostati ad ogni angolo e giornalisti che mi chiedevano soprattutto quale fosse il mio stilista preferito. Mi sentivo aggredito».
La riconoscono ancora per strada?
«Poco. Rispetto a prima ho i baffi e molti meno capelli».
Ma oggi rifarebbe Un medico in famiglia?
«Si, sono affezionatissimo al personaggio di Guido Zanin, che era una parte di me e mi somigliava molto. C'è solo un problema. Per la gente di cinema fare tv è come commettere chissà quale reato. Dunque, prima di debuttare sul grande schermo mi hanno messo in quarantena».
Adesso però ha due film in uscita e un terzo, Amore, bugie e calcetto di Luca Lucini, in lavorazione a Trieste.
«Nel primo, Sweet sweet Maria, una commedia delirante, interpreto un immobiliarista precisino, nel secondo, Solometro, con Anna Valle e Michele Placido, sono uno scrittore dal carattere tranquillo. Nel terzo, quello di Lucini, ho il ruolo di un consulente finanziario in un turbinio di amori, amicizia e calcio. Di tre personaggi non me ne somiglia nessuno».
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