Multa già pagata, con tanto di bollettino a riprova, alla società di riscossioni fallita, ma il Comune di Sestri Levante fa partire l'atto di pignoramento presso terzi. Anche se l'assessore al bilancio Ceselli dichiara: «Non chiediamo di ripagare le multe a chi dimostra di aver già saldato il dovuto alla società fallita con cui abbiamo in corso una causa penale».
E allora com'è la storia? Passo indietro giusto all'ultimo consiglio comunale. Il consigliere Pdl Giancarlo Stagnaro chiede lumi sui residui passivi riferiti all'attività svolta in favore del Comune dalla società Geco Italia srl, incaricata nel 2005 dall'ente di riscuotere le sanzioni amministrative per violazione al codice della strada: «Da una visura camerale - ricostruisce Stagnaro - risulterebbe che detta società è cessata nel 2000 e che esistono nell'archivio delle camere di commercio ben sei società con lo stesso codice fiscale e partita IVA». La richiesta è chiara: «Si tratta di verificare se è vero che il Comune di Sestri, tramite un nuovo legale, ha richiesto il pagamento di sanzioni che erano già state versate dai cittadini multati alla Geco Italia». Perché «risulterebbe anche che l'avvocato, per queste somme richieste due volte, abbia attivato procedure esecutive pignorando beni. Si tratta di capire la correttezza di questo complesso intreccio fra contratti e mandati professionali che poi hanno finito per bastonare i cittadini». Stagnaro chiede che copia di quanto affermato sia trasmesso alla Corte dei Conti per verificare se le leggi vigenti siano state rispettate e se vi sia stato un danno erariale. Silenzio.
Urge telefonata all'assessore Ceselli: «Roba vecchia di almeno due anni - insiste lui - Previa gara d'appalto, Geco aveva ottenuto l'incarico nel 2005. Poi è fallita e non ha versato al Comune quanto aveva già riscosso».
Quindi chi ha già saldato a Geco deve ripagare la multa perché il Comune non ha incassato il credito? «Assolutamente no se procura il bollettino di avvenuto pagamento a Geco - rassicura l'assessore - Anzi, ringraziamo i cittadini che ci forniscono tale prova perché possiamo produrla nella causa penale che abbiamo con la società».
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