A Sestri la libertà può attendere

A Sestri la libertà può attendere

Urgente la mozione presentata da Forza Italia sul rifiuto della giunta Lavarello di concedere spazio pubblico alla Tv della Libertà per il collegamento da Sestri Levante? Dopo la polemica esplosa sulla libertà d'informazione, su bavagli metaforici o reali, sui campi neutri preferiti dal sindaco? Ma non scherziamo, che finisca in coda alle pratiche dell'ordine del giorno. Prassi, no? Linea dura e senza ritorno nel consiglio comunale di giovedì sera nella Bimare, nonostante la democrazia. Ma i consiglieri forzisti Gianteo Bordero e Graziano Stagni non ci stanno: «Se non c'è urgenza la mozione decade e va ripresentata, non esiste discuterla dopo» e abbandonano l'aula.
Una «seratina» dai contorni surreali, che parte in ritardo e si consuma nella parodia di uno psicodramma. Con i capigruppo che s'accordano prima su dove piazzare le mozione urgenti (quella di Fi non è l'unica), il presidente Germano Perego che partorisce il rifiuto dell'urgenza di tutte, Bordero che, come vice presidente del consiglio comunale, richiama il regolamento e sottolinea la decadenza delle mozioni, e la maggioranza che pensa invece di discuterle poi, «come abbiamo sempre fatto». Apriticielo. «La mozione presentata dal gruppo di Fi ha tutti i requisiti dell'urgenza - insiste Bordero - considerato che Sestri è sotto i riflettori dei media nazionali e locali e sulla questione discute tutta la città».
Bazzecole, che i media blaterino. Bordero dal regolamento non si schioda, la segretaria traduce a voce alta i codicilli, un attimo di silenzio e va in scena l'interpretazione a soggetto. Gli interventi si sovrappongono e partono gli attacchi personali mentre Stagni calca sulla democrazia e assimila l'aula all'osteria. C'è chi s'appella all'ordine degli argomenti stabilito dalla riunione dei capigruppo e di qualcuno che lo vuol far saltare: s'è perso il filo che il presidente in affanno riagguanta: «Invito il consiglio a ripartire». Senza che una votazione stabilisca il da farsi. Vanno con le quattro pratiche all'ordine del giorno, tre ratifiche di variazioni di bilancio e l'approvazione del regolamento per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica «che i termini scadono domani».
Poi il sindaco Andrea Lavarello che comunica le dimissioni dell'assessore Mavi Zonfrillo, eletta segretaria della federazione DS del Tigullio, con l'elogio dell'operato e il classico discorso di commiato. E poi sarebbe toccato alle famose mozioni urgenti senza urgenza. Ma, ormai la frittata è fatta e la seratina si presta ai colpi di teatro: Stagni e Bordero raccattano fogli e cartelle: «Riteniamo questo consiglio non valido perché smentisce il verbale del presidente Perego» e abbandonano l'aula. «Per quanto mi riguarda - insiste Bordero - valuterò tutte le possibilità previste dalla legge per impugnare una decisione, come quella assunta dal presidente Perego, che non trova giustificazione se non quella di ottemperare ai dettami e alla volontà della maggioranza che lo ha eletto. Maggioranza che è tale dentro il Palazzo, che di recente s'è allargata raccattando consiglieri eletti con il centrodestra che hanno tradito il mandato popolare, ma che è ormai minoranza nei sentimenti e nelle convinzioni dei cittadini di Sestri».

Al sindaco, adocchiata la stampa in sala, preme la replica: «È l'ennesimo tentativo di strumentalizzazione del consiglio comunale, tirando fuori interpretazioni discutibili del regolamento». Ieri la conferenza sul passaggio delle deleghe di Zonfrillo all'assessore Dantino Stagnaro e al sindaco stesso, che stuzzicato ancora sull'informazione imbavagliata, liquida: «Ma parliamo di cose serie...».

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