Povero Bersani, ogni volta che ci prova si becca un cazzotto sulla faccia. Lo ammette anche lui. Un deputato del suo partito, non si sa se per prenderlo in giro o per cortigianeria, pochi minuti dopo aver incassato l’ennesima sconfitta dice: «Complimenti Pierluigi, ottima strategia».Bersani lo guarda un po’ perplesso, visto che non riesce a capire dal tono le vere intenzioni del collega. Alla fine sceglie di rispondere serio e sconsolato: «Strategia? La verità è che anche stavolta l’abbiamo preso sui denti».
Il senso della giornata politica dell’opposizione sta qui: in quella botta sui denti. Il resto è salotto. Se la maggioranza campa alla giornata, la sinistra fa la figura di una ciurma di sfigati. Non stiamo messi bene. Il governo vivacchia, l’opposizione è una passerella di zombi. Non c’è in questo Paese un’alternativa credibile. Ormai il sospetto comincia ad averlo chiaro anche Napolitano. Governo tecnico, larghe intese, comitati di salvezza nazionale. Ma con chi? Dopo Berlusconi c’è il vuoto e si spera nel voto. Pannella, lucido e per l’occasione perfino sintetico, ha fotografato così la realtà politica: «Presumo che nel Pd ci sia del masochismo. Anche quando l’altro è ridotto a polpette, quelli che sono mangiati sono loro ». Vocazione al tafazzismo.
Povero Bersani e povero anche Fini. Il fu delfino di Berlusconi, quello che doveva essere il portavoce dell’ennesima sfiducia, fallisce anche in questo ruolo. Neppure come secondo dei secondi riesce a trovare una propria dimensione. Il 14 davvero non gli porta bene. Dopo il 14 dicembre deve digerire questo 14 ottobrino. Il Parlamento insomma ha finito per sfiduciare tutti e due. No a Bersani e no a Fini. Se fossero coerenti si dimetterebbero. Eppure per qualche ora si sono nutriti di attimi di speranza. Eccoli lì, in Transatlantico, con l’occhio fisso sul televisore che passa le immagini della Camera e il pallottoliere in mano.
Questa volta i capi del Pd hanno scommesso tutto su un numero, quello non legale. La tentazione aventiniana la tirano fuori quando sono in vena di retorica, ma stavolta doveva essere un esempio di furbizia e strategia. L’idea era questa: se la maggioranza non raggiunge il numero legale facciamo slittare la fiducia, lasciando il governo a bagnomaria. La misura dell’asticella fissata a 315. Niente da fare. Il giochino non riesce. Ogni numero è una stilettata, ogni nome una croce. Quando capiscono che l’Aventino si sta sfaldando corrono di fretta a prendere posto nell’emiciclo per evitare un punteggio bulgaro e il senso di vuoto che già aleggia sui banchi dell’opposizione.
L’effetto scenico va oltre il ridicolo. Sfiora la farsa totale. Offre il senso di un Pd incapace di contrastare una maggioranza in difficoltà. Se a destra, con la votazione sul rendiconto economico, quando il governo è andato sotto, si parlava di pressappochismo e sciatteria, a sinistra sono una mandria di dilettanti presuntuosi. Oltretutto, ormai, si lasciano andare anche a scene di isterismo sguaiato e inviperito. Il numero legale è stato raggiunto anche grazie alla presenza dei deputati altoatesini e dei radicali. Proprio verso questi ultimi si è indirizzata la rabbia dei pasdaran piddini. Raccontano che la più scalmanata di tutti sia stata la solita Rosy Bindi, che ha dato dimostrazione di tutto il repertorio di imprecazioni quando ha visto entrare in Aula Maria Grazia Coscioni, che ha votato contro la fiducia, ma ha fatto il suo dovere di parlamentare.
Ricorda il radicale Enrico Procacci: «In poche ore, la collega Bindi è stata capace di sostenere che i radicali hanno umiliato lei e il Pd; che sono fuori dal Pd, e che comunque dal Pd vanno cacciati; che è stato un errore candidare i radicali nelle liste del Pd. Ormai somiglia davvero alla ranocchia della favola che a forza di gonfiarsi alla fine esplode». Il guaio del Pd è proprio questo.
In tutti questi anni non ha fatto né politica né opposizione, ma ha risposto a Berlusconi con un inutile sfogo di rabbia e bile. Il risultato è che fino a quando resisterà il Cavaliere saranno isterici, dopo non saranno nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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