La sposa in pizzo ecru avanza tra 20 crocerossine in divisa, che le fanno ala in passerella. Molti capiscono al volo di chi si tratta: il sottotenente Barbara Lamuraglia, 47 anni, occhi verdi, fisico statuario, finì sui giornali quando si seppe che aveva colpito molto Silvio Berlusconi, sfilando su via dei Fori Imperiali per la Festa del 2 giugno con un piglio che tradiva il passato da indossatrice, tra le preferite di Pino Lancetti. La somiglianza con lexmoglie del premier, poi, è evidente. La stilista milanese Raffaella Curiel fa chiuderea lei la sfilata al Santo Spirito in Sassia, di raffinati abiti ispirati alla Belle Epoque, quando il «giapponismo» suggestionava a Parigi Van Gogh e Matisse e fantasiosi artigiani della moda dipingevano sulle stoffe pagode e fiori di loto.
Dopo tante gheishe ultra-chic e tailleur «curiellini» declinati secondo i diktat del kimono, ecco Sorella Barbara, che nel backstage tiene le labbra cucite. «Non fate più domande. Non posso parlare, il nostro è un ordine militare», prega. E intanto la sarta le tira giù la zip dellabito, scoprendo la schiena seducente fino allo string color carne. Anche Lella Curiel è molto cauta: «Lho vista sui giornali e ho voluto fare onore alla CRI, tanto ammirevole per quello che fa. Anchio ho lavorato per 20 anni negli ospedali milanesi come volontaria».In prima fila applaudono Clio Napolitano, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti, Maddalena Letta, il governatore del Lazio Renata Polverini, che per sostenere la moda pensa «ad un progetto che coinvolga tutte le province della regione, con un sostegno istituzionale-economico».
A chi le chiede se la nuova Alta Roma guidata da Silvia Venturini Fendi le piace più della vecchia di Nicoletta Fiorucci (con la quale ha tanto litigato), la Curiel risponde prudente: «Diamo tempo al tempo, la critica non costruisce. Per il momento, do la mia fiducia. Poi, che dire, mi piace Roma». Renato Balestra si sbilancia di più: «La neopresidente mi sembra la persona giusta al momento giusto. Ha le idee chiare e conosce bene il settore. Ci sono tutti i presupposti per un rilancio, non è il momento di fare polemiche. Nè mi piace prostituirmi per facili scoop, io punto sulla vera alta moda». Eccola in passerella, a chiudere la giornata, la collezione del Signore del blu, che mette la sua faccia disegnata da swarowsky su t-shirt glamour. Per la discoteca Balestra inventa spiritose divise da «soldatini di piombo»; alla donna dinamica propone giubbotti di pitone di roccia e squillanti trench di raso; nella gran soirée copre audaci scollature con reti brillanti e per la sposa sceglie la linea ad «elica».
Tutti i maestri (Sarli, Gattinoni, Curiel, Riva e Balestra) hanno mostrato il loro stile, ma accanto a loro crescono gli allievi, da Corrado de Biase a Giada Curti, a Lino Lettieri. Questultimo si è formato accanto a Riva e la sua collezione ha il filo conduttore della rosa, presente nei ricami e nelle linee dei modelli. Lo stilista napoletano ama giocare con cristalli, rasi, pizzi, trasparenze e soprattutto pregiate pellicce. Sceglie nero, rosso scarlatto e beige per mini-abiti, pantaloni e shorts.
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