Sgarbi contro la teca di Meier: «Orribile, va demolita»

Gianni Alemanno: «Veltroni accetti il giudizio di Sgarbi»

Marcello Viaggio

«La teca di Meier è un’opera orribile, disegnata male, fatta male. Peggio di Punta Perotti». Così ha tuonato ieri mattina Vittorio Sgarbi, durante la visita guidata all’Ara Pacis, in compagnia del candidato sindaco della Cdl, Gianni Alemanno. «Chi ha progettato questo orrore non sa nulla di Roma - ha affermato Sgarbi -. I romani saranno risarciti di questo autentico stupro alla civiltà, solo quando questo “aggeggio” sarà abbattuto». Parole di fuoco.
Il critico d’arte non ha risparmiato niente e nessuno, neppure l’ex ministro ai beni culturali Urbani, che non avrebbe alzato un dito per bloccare il progetto. Nel corso della visita ha rivolto parole durissime anche contro altri «stupri» fatti alla città: piazza della Chiesa Nuova, piazza San Lorenzo in Lucina, piazza Montecitorio. E soprattutto piazza San Cosimato: «È il caso peggiore. Solo per questo Veltroni dovrebbe dimettersi ed abbandonare per sempre la città». La visita guidata al monumento è stata preceduta dall’illustrazione di una mostra di otto progetti, che prevedevano un diverso disegno per la copertura dell’Ara Pacis e la riqualificazione della piazza. I progetti, che portano la firma di architetti di fama mondiale del calibro di Leon Krier, Liam O’Connor, Michael Lykoudis, erano stati presentati al Comune alla metà degli anni ’90. Ma del tutto ignorati. «Rutelli - afferma Alemanno - come un signore rinascimentale ha chiamato Meier e l’ha incaricato direttamente del progetto. Senza concorso. Ora che è ministro ai Beni culturali si stupisce che l’opera sia così invasiva. Ma la bocciatura viene da tutto il mondo della cultura, da Aymonino a Portoghesi. Da destra a sinistra. Noi se vinceremo le elezioni, smonteremo la teca e la ricollocheremo in periferia».
Con Alemanno ci sono anche Fabio Rampelli, Marco Marsilio, Beatrice Lorenzin. Sgarbi giunge con leggero ritardo. Ma ruba subito la scena. «Da sottosegretario ai Beni culturali ero l’unico baluardo, per un anno ho detto di no all’opera - attacca -. Quando mi hanno rimosso, nessun sovrintendente, nessun direttore generale, nessun sottosegretario ha più opposto resistenza. Nessuno ha alzato un dito. Chi nel centro-destra protestava, come Rampelli, non ha trovato sponda neppure nel governo amico». Sgarbi è un fiume in piena: «La teca non è solo estranea all’ambiente pre-esistente. Chiude la visuale della Chiesa di San Rocco del Valadier, la visuale del Mausoleo di Augusto, del Tevere. Se Valadier resuscitasse, direbbe: “Ma come, mi hanno messo un water davanti alla chiesa?”. Chi ha progettato una cosa del genere non conosce Roma, non ha mai visto il Porto di Ripetta. Roma sarà risarcita di questo stupro, solo quando questo aggeggio sarà abbattuto. È un’opera sbagliata, fatta male. Inadeguata perfino alla periferia. Andrebbe solo demolita, abbattuta».
Sgarbi va oltre, non si risparmia: «Ieri mi sono reso conto che a Roma non c’è limite all’orrore. Piazza San Cosimato, per come è stata rifatta, in modo volgare e violento, è addirittura peggio dell’Ara Pacis. È una buona ragione per chiedere al sindaco di dimettersi ed andarsene per sempre dalla città. Veltroni andrebbe processato per violenza al patrimonio artistico. Moggi non ha fatto niente in confronto.

Dove sono i magistrati? Dormono? Le autorizzazioni sulla carta ci saranno pure, non dico di no, ma contraddicono i principi elementari dell’architettura e della civiltà». L’ultima parola spetta ad Alemanno: «Durante la trasmissione tv “Le invasioni Barbariche” Veltroni ha detto che sull’Ara Pacis non avrebbe accettato il mio giudizio, ma quello di Sgarbi sì. Ora ne prenda atto».

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