Urlacci, insulti roventi, il solito spingi-spingi ma alla fin fine, come cantava Fabrizio De André in «Bocca di Rosa», «Le contromisure fino a quel punto si limitarono all’invettiva». Né del resto i cinquanta, e poco più, antagonisti altro non avrebbero potuto fare contro l’imponente schieramento di polizia e carabinieri presente ieri mattina allo sgombero del centro sociale «Laboratorio Zero» di Ripa Ticinese 83. Operazione conclusa in poche ore con i sigilli a porte e finestra e una trentina di denuncie.
La storia di «LabZero» inizia circa tre anni fa quando il Comune, proprietario di una palazzina di 30 alloggi su quattro piani, riuscì a trovare una sistemazione all’ultimo inquilino. L’allontanamento si era infatti reso necessario dopo che l’Ufficio tecnico aveva decretato l’inagibilità dello stabile. Ovviamente subito dopo si insediarono una serie di variopinti esponenti dell’ala più radicale del movimento antagonista: anarchici, squatter, punkabbestia, rasta. Tanto per capirci, qui furono arrestati quasi tutti i componenti della «banda Ferrandi» autori del saccheggio della libreria Cusl alla Statale con le famose 800 fotocopie pagate a calci e pugni.
Ieri alle 9 lo stabile è stato circondato da oltre 100 agenti che, attesa l’uscita di una trentina di «inquilini» tra studenti e lavoratori, hanno fatto irruzione identificando e allontanando una cinquantina di persone. Trenta dei quali poi denunciati. Subito è partito il «tam tam» per chiamare i «compagni alla lotta» invito quasi del tutto ignorato. Gli «zerini» infatti non stanno simpatici al resto della galassia antagonista. Sono quasi tutti cani sciolti, senza una precisa collocazione politica. Così alla fine si sono ritrovati i soli occupanti, e pochi spiccioli, a improvvisare un sit in davanti all’edificio. Urla, insulti e poi un blando tentativo di bloccare la strada subito frustrato dalle forze dell’ordine che li hanno respinti sul marciapiede senza neppure usare troppo la forza. Il traffico ne ha in ogni caso risentito, come pure la circolazione dei mezzi pubblici, ma si può ben dire tutto possa essere tranquillamente rubricato alla voce «disagi».
Lo sgombero è stato completato nel pomeriggio quando l’ultimo dei mezzi della ditta De Corato, proprio come il vice sindaco, ironia della sorte, ha portato via le ultime masserizie degli abusivi che si erano fermati per una grigliata collettiva nel parco retrostante. In serata un centinaio di antagonisti ha poi dato vita a un presidio in piazza XXIV Maggio per lanciare le solite truculente minacce alle oscure forze della reazione.
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