Si spegne la chitarra del genio che inventò il rock italiano

Il grande musicista suonò con tutti, da Battisti a Battiato. Diceva: "Non ci si improvvisa, bisogna studiare tanto"

Si spegne la chitarra del genio che inventò il rock italiano

Parlare della carriera di Alberto Radius è un po' come raccontare la storia del rock italiano. Radius c'è sempre stato; come chitarrista soprattutto ma anche come session man con tutti i grandi nomi - da Lucio Battisti a Franco Battiato - a produttore. Radius se n'è andato in silenzio a 80 anni, così come aveva vissuto, celebrando e onorando solo la musica e le sue propaggini. Lui, romano di nascita ma milanese d'adozione stava lavorando ad un album di nuove canzoni.

I suoi fan lo ricorderanno a Sanremo 2021; si propose nella serata dei duetti con i Coma Cose eseguendo alla chitarra una intensa versione di Il mio canto libero del suo amico e mentore Lucio Battisti. Chitarrista dalle incredibili doti tecniche e dai riff taglienti e spinosi, Radius ha legato la sua fortuna a Lucio Battisti, che fondando l'etichetta Numero Uno gli mise addosso come un sarto il trio Formula 3 che coniugava il rock progressivo con la melodia mediterranea. Il loro debutto con il trascinante singolo Questo folle sentimento li impose subito presso il pubblico italiano e si piazzò al quinto posto nella hit parade, seguito da altri singoli accattivanti e rockettari come Eppur mi son scordato di te, l'up tempo Nessuno nessuno, la triste ballata Io ritorno solo. Il primo album della Formula 3, Dies irae, è una piccola chicca di rock progressivo e nuove tendenze con la partecipazione di artisti come Demetrio Stratos, il vecchio amico Franz Di Cioccio e il vulcanico Vince Tempera.

Alberto Radius la rockstar (ma lui era simpaticissimo e di carattere amabile e tranquillo) veniva da una lunga gavetta e da una serie impressionante di collaborazioni. «Non ci si improvvisa musicista - ci disse in una intervista - si può fare musica improvvisata ma si deve studiare e suonare fino allo sfinimento, imparare la lezione come fosse una scuola ed è una scuola, di arte e di vita». Lui era partito da Roma suonando nelle orchestrine delle sale da ballo nei solari anni Cinquanta. Il primo gruppo nei dancing furono i White Booster (con un occhio però già al rock americano) e l'orchestra di Mario Perrone. La classe non è acqua e con il suo stile colorito e irruento dimostra subito diverso dai chitarristi di maniera e decide di tentare la fortuna da solo, ovvero con un suo gruppo. Nascono così i Campanino, che vengono subito notati da Maurizio Vandelli e ingaggiati per alcune serate con l'Equipe 84.

Ma le vie del rock e del blues passano da Milano, così Radius sale al Nord e si unisce agli inglesi Simon & Pennies per un breve periodo, prima di mostrare il suo stile nei Quelli, l'embrione della Premiata Forneria Marconi, in cui sostituisce provvisoriamente Franco Mussida. Quando nasce la Formula 3 Radius è già un gigante della chitarra, con i suoi assolo e la sua ritmica possente firma canzoni dei più grandi, dal riff secco e preciso, durissimo seppur acustico di Il tempo di morire di Lucio Battisti a Cuccurucucu di Franco Battiato, dove la sua chitarra svetta in tutto L'era del cinghiale bianco. Ma Radius ha collaborato proprio con tutti, da Marcella Bella a Giuni Russo ad Alice e Milva e ha contribuito a lanciare Gianluca Grignani, che sui social piange il suo primo mentore.

Ad un personaggio così debordante la Formula 3 non poteva che stare stretta così, nonostante il successo e l'amicizia con Battisti, il chitarrista forma Il Volo, altro gruppo sperimentale che vede allineati grossi nomi come Mario Lavezzi e Gianni Dall'Aglio.

Però Radius è lanciato anche come solista; la sua solida fama gli permette di uscire con due album, Che cosa sei e soprattutto Carta straccia, che lo consacra nel gotha del nostro rock con brani fulminanti come Nel ghetto.

A quel punto è un maestro e il suo virtuosismo (ed eclettismo) chitarristico lo trasforma in uno dei più richiesti session man, tanto che partecipa a numerosi programmi televisivi di revival come chitarrista solista che accompagna indistintamente tutti gli artisti.

Inzaziabile, negli anni Novanta si dedica al mercato spagnolo e sudamericano riarrangiando per questi i successi di Franco Simone e arrangiando un album in spagnolo di Fiordaliso. Nel nuovo secolo è ancora parecchio attivo, e pubblica la musica per il pezzo Musica e parole che nel 2007 Loredana Bertè dovrebbe portare a Sanremo. Il brano però purtroppo viene squalificato perché la melodia era una variante di un altro vecchio brano di Radius, unica caduta in una brillante e stimata carriera.

Nel primo decennio del secolo incide tre dischi, mescolando brani inediti a successi di Lucio

Battisti e nel 2017 rimette in piedi (in forma di quartetto) la Formula 3. Gli appassionati di rock piangono la sua energia e il suo coraggio nel proporre una musica sempre diversa e sempre con lo sguardo verso il futuro.

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