L’Italia è il Paese con il più grande patrimonio culturale diffuso sul territorio con 4.889 luoghi d’arte aperti al pubblico censiti dall’Istat: 4.026 fra musei, gallerie o collezioni, 293 aree e parchi archeologici, 570 monumenti e complessi architettonici di varie epoche. E ben 55 siti Patrimonio dell'umanità Unesco. Un “tesoro” prezioso che spinge anche il turismo e l’economia, ma spesso fragile e da tutelare da minacce come danneggiamenti, furti, incendi. Basti pensare, ad esempio che secondo gli ultimi dati disponibili avvengono 55 furti di opere d’arte al giorno ovvero 20mila all’anno (Camera di commercio su dati Interpol, Arca e Arma dei Carabinieri).
A questi si aggiungono i danni ai monumenti provocati volontariamente da imbrattatori e vandali o da chi nei luoghi storici e nelle città d’arte mette a rischio edifici e vestigia storiche con comportamenti “inappropriati”. Tutela e prevenzione di questo immenso patrimonio sono sempre più all’ordine del giorno e le tecnologie più avanzate diventano essenziali per impedire e rispondere attivamente a queste minacce. Sistemi e dispositivi di ultima generazione che sono sempre più sofisticati ed efficaci grazie alle nuove tecnologie "intelligenti" e alle loro applicazioni presentati a Sicurezza 2019, la manifestazionebiennale dedicata alle tecnologie di security e antincendio che si tiene nel polo espositivo di Fiera Milano dal 13 al 15 novembre con 619 aziende presenti (+33% rispetto alla scorsa edizione), di cui il 30% provenienti da 37 Paesi esteri.
L’Italia ha sviluppato da tempo sistemi di indagine specifica per la tutela delle opere d’arte e il Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dei carabinieri che lavora in collaborazione diretta con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali, ha una banca dati che classifica oltre 5.800.000 oggetti e 600.000 immagini è uno degli strumenti di catalogazione più ampi ed efficaci al mondo per la tutela dei beni culturali. È un’eccellenza per competenze e le indagini su opere rubate. Ma ci sono molti aspetti legati alla prevenzione di furti e danneggiamenti per i quali non è ancora sviluppata una cultura della sicurezza adeguata.
La protezione si concentra infatti sui grandi monumenti e importanti strutture museali mentre si fa ancora troppo poco per i piccoli centri musei, edifici o altre testimonianze storico-artistico-archeologiche sparse sul territorio eppure l’investimento in security non solo consente di preservare un patrimonio di inestimabile valore del Paese ma consente anche di risparmiare sui costi. Soluzioni per la sicurezza facilmente adottabili ad esempio utilizzando le possibilità offerte dalla tecnologia wireless: monitoraggio incendi o di videosorveglianza possono essere installati senza cavi, riducendo i costi, senza rinunciare a una rete di sensori adeguata ed efficiente che non che non danneggia l’estetica di edifici o ambienti d’epoca.
Sistemi integrati di videosorveglianza, antintrusione e allarmi sonori con messaggi preregistrati possono rivelarsi una risorsa importante: nel caso occorra monitorare spazi ricchi di storia, queste soluzioni rappresentano un importante mezzo di dissuasione da comportamenti non conformi come atti di vandalismo o l’ingresso di turisti in zone vietate. Oltre al richiamo diretto via altoparlante (oggi di minimo ingombro e ad alta definizione del suono), questi device inviano anche un segnale di allarme consentendo un intervento tempestivo. Si evitano il danno e gli ingenti costi di pulitura delle superfici imbrattate da un graffitaro, quelli di restauro e di riparazione di danni causati da turisti indisciplinati.
La risposta al pericolo incendio sono i sistemi di rilevazione calore e fumi che possono attivare immediatamente l’impianto di spegnimento delle fiamme. Che si possono prevenire o limitarne gli effetti il luoghi sensibili come musei o biblioteche antiche.
Attraverso un sistema di filtri, infatti, queste soluzioni riducono drasticamente la presenza di ossigeno nell’ambiente in modo da non alimentare la combustione: azione che scongiura l’innesco dell’incendio o ne riduce in modo sensibile la propagazione.Tutte le informazioni su www.sicurezza.it
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