Sicurezza, nuovo piano della Regione per il reinserimento dei detenuti

Tra gli effetti, la riduzione dei reati: solo il 20 per cento delle persone che partecipano ai programmi di recupero ricade nelle maglie della giustizia. Stanziati un milione di euro l'anno

Favorire la funzione rieducativa della pena, contribuire al decongestionamento delle carceri, puntare concretamente sulla possibilità offerta dalla legge di attivare misure alternative alla detenzione per le pene inferiori ai tre anni, strutturando programmi individuali di inclusione sociale utili anche alla collettività. Sono gli obiettivi dell'iniziativa promossa da Fondazione Cariplo, Regione Lombardia (Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale) e Amministrazione Penitenziaria con il bando «Promuovere nelle comunità territoriali il sistema delle misure alternative per persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria».
L'esperimento pilota è stato presentato oggi nella sede della Fondazione Cariplo dal presidente Giuseppe Guzzetti, insieme all'assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli. Erano presenti Luigi Pagano, provveditore regionale dell'Amministrazione penitenziaria della Lombardia, Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano e don Gino Rigoldi, componente della Commissione centrale di beneficenza della Fondazione.
La Lombardia è la regione che più delle altre mette in campo alternative alla detenzione, una misura che si traduce anche in un investimento in termini di sicurezza sociale, considerato che i dati dimostrano come soltanto il 20 per cento di coloro che abbiano usufruito di percorsi di reinserimento sociale ricade nelle maglie della giustizia. La Lombardia ha il maggior numero di detenuti, 9.355, ma ha gestito nel primo semestre 2010 ben 3.866 programmi di reinserimento sociale. Nelle case circondariali di San Vittore, Opera e Bollate, su oltre 4.000 detenuti, 1.500 rientrano nella categoria prevista dal bando (fine pena inferiore ai tre anni). A Brescia i detenuti sono 650, di cui la metà circa con pena da scontare inferiore ai 36 mesi. A Como la situazione è analoga: su 600 detenuti, metà deve scontare condanna inferiore ai tre anni.
Il nuovo bando Regione-Cariplo è finanziato con un milione di euro all'anno per due anni: per la prima annualità 700.000 euro sono messi a disposizione da Fondazione Cariplo, i restanti 300.000 da Regione Lombardia. I contributi andranno a favore di un minimo di 3 organizzazioni no profit che operano nell'area del penale e per le persone sottoposte a provvedimenti dell'autorità giudiziaria in tre contesti pilota: Milano, Brescia e Como.
Le proposte dovranno essere inviate a Fondazione Cariplo entro il 28 gennaio 2011 e il successivo 15 aprile i progetti definitivi saranno valutati da una commissione tecnica. La scelta dei tre territori è stata determinata dal fatto che nelle carceri da essi ospitate metà circa dei detenuti stanno scontando una fine pena inferiore ai tre anni. «Questa iniziativa - ha commentato l'assessore regionale Boscagli - si inserisce a pieno titolo nel modello di nuovo welfare a cui stiamo pensando e che vede in prima fila le collaborazioni tra istituzioni diverse, tra istituzioni, terzo settore e volontariato.

Tutti insieme con l'impegno di affermare un importante principio, quello della solidarietà responsabilizzante che pone al centro dell'intervento la persona con i suoi bisogni, nella consapevolezza che lavorare sul disagio sociale significa poter influire sul fenomeno della recidiva e della sicurezza dei territori».

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