La sinistra all'attacco: "Romano è un mafioso" Il Pdl difende il neoministro: "Mai condannato"

Romano nominato neoministro alla Agricoltura. Il Colle esprime dubbi: "Chiarisca la sua posizione". Ma Romano non ci sta: "Non sono mai stato imputato". La procura ha infatti chiesto l'archiviazione delle accuse, ma il gip si è rifiutato. Ma per la sinistra è già condannato

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Roma - Non è mai stato condannato. Non è nemmeno imputato. Ma per la sinistra il neoministro alle Politiche agricole Saverio Romano è un mafioso. Il Fatto Quotidiano grida: "Un amico dei mafiosi diventa ministro". E apre le danze alla pubblica accusa. I futuristi si accodano ai dipietristi ad accuare il neoministo di essere "indegno" di ricoprire la poltrona in via XX Settembre: "Questo episodio rappresenterebbe la sintesi dello stile di governo di Berlusconi cumulando conflitto d’interessi, norme ad personam, uso spregiudicato delle leve e degli strumenti di governo". In realtà Romano non è mai stato condannato. La sua posizione è rimasta appesa a un gip che ha deciso di fermare la richiesta della procura di archiviazione delle accuse. Ma per la sinistra questo equivale a una condanna in terzo grado.

La sinistra processa Romano Il primo a puntare il dito contro il neoministro nominato da Silvio Berlusconi è il capo dello Stato Giorgio Napolitano che invita Romano a "chiarire la propria posizione". Una nota che lascia di sasso il titolare dell'Agricoltura perché sembra non riflettere il pensiero del presidente della Repubblica. Oltre al fatto che commette una gravissima inesattezza. E' lo stesso Romano a farlo notare: "Io non sono imputato". Ma alla sinistra "garantista" non importa. E la sentenza è gia scritta: Romano è indegno della poltrona che ricopre. Il Fatto gli dà del mafioso (leggi l'articolo): "Nell’inchiesta per concorso in associazione mafiosa nei confronti del parlamentare siciliano la procura ha chiesto l’archiviazione quattro mesi fa, ma il gip ha deciso di non chiudere l’indagine". Infatti il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, trova in tutta la sua "vicenda incredibile" che "si debba attendere sei anni per la chiusura di un’indagine preliminare". L'esponente del Pdl si augura, infatti, che "almeno in questa fase, dopo la richiesta di archiviazione, il tutto possa arrivare all’epilogo con rapidità". Agli atti, infatti, non ci sono riscontri alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella che aveva definito Romano "a disposizione" della malavita. Per Gasparri, "il vero scandalo è proprio questa tempistica della giustizia su cui tutte le istituzioni dovrebbero riflettere".

L'opposizione va all'attacco A cavalcare la protesta è il dipietrista Massimo Donadi. Che sentenzia: "La nomina di Romano è sbagliata e inopportuna, per non dire di più. Un indagato per mafia non può fare il ministro". Per l'esponente dell'Idv, infatti, "in un paese civile Saverio Romano non sarebbe a capo di un dicastero, ma siamo in Italia e scontiamo la deriva finale del berlusconismo. Questa nomina dimostra ancora una volta che nel centrodestra, purtroppo, avere vicende giudiziarie pendenti è spesso una nota di merito". Per l'Italia dei Valori, le riserve di Napolitano "non sono sufficienti" a fugare le erplessità "sull’inaccettabilità della nomina".

Anche Giorgio Conte, vicepresidente dei deputati del Fli, si dice "esterrefatto dalla protervia di Berlusconi che, ancora una volta, sbeffeggia le Istituzioni ignorando le riserve espresse già nei giorni scorsi dal Quirinale, in merito alla nomina di Romano a ministro dell’Agricoltura". I futuristi corrono a chiederele dimissioni del neoministro: "Non riusciamo ad immaginare con quale autorevolezza potrà svolgere il suo ruolo".

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