È la sinistra che appicca il rogo della legalità

Il Sud brucia. Ci si può domandare perché. Le risposte sono due. O l’incendiare i boschi è divenuto un costume anomalo privato, come gettare sassi sulle autostrade. Oppure vi è un gioco preciso delle grandi organizzazioni mafiose, di cui ci è apparsa ora a Duisburg la portata europea. In ogni caso si mostra che quello di plastica oggi non è il principale partito d’opposizione, ma lo Stato. Nelle grandi città l’illegalità è divenuta la norma e vi è ormai la rinuncia a perseguire la minicriminalità, tanto che essa è diventata un modo di affrontare la vita sapendo che contro lo scippo e il furto non c’è protezione.
Non si può non notare che l’illegalità è divenuta maggiore dopo che la coalizione di sinistra ha assunto il governo. L’illegalità ha acquistato anche un valore simbolico. Quando il ministro Amato parla di «tolleranza zero» sembra di sognare. Pensa veramente che con l’egemonia politica della magistratura sia possibile mandare e tenere qualcuno in carcere? Il carcere stesso è diventato illegittimo agli occhi della magistratura. La cultura del governo è dominata dalla sinistra, che ha prodotto una concezione dell’illegalità come forma di libertà, come protesta contro lo Stato.
Lo Stato è diventato di plastica ed è accettato dalla sinistra solo in questi termini. Non importa che altri partiti della coalizione sembrino dire il contrario. Quando si ammette, e anche Veltroni lo ammette, che la sinistra è condizione della legittimità di governo, allora tutti i partiti divengono obiettivamente coinvolti perché accettano culturalmente l’egemonia della sinistra antagonista.
E il Sud oggi, mentre divampano i roghi, è una situazione politicamente pericolosa. Ma si è visto a Bologna come il sindaco Cofferati, ora divenuto simbolo della legalità, sia respinto come sindaco nei sondaggi degli elettori bolognesi di sinistra. Ciò mostra che l’illegalità è divenuta un valore. Una tale situazione radicalizza l’elettorato del centrodestra che di plastica non è. E sente sulla sua pelle il decadere della fondamentale premessa alla democrazia, cioè la sicurezza. Fenomeni come lo sciopero fiscale proposto da Bossi e il Partito della libertà proposto da Berlusconi non sono altro che tentativi di venire incontro a una cittadinanza che vede il valore dell’immigrato in quanto povero, preferito a quello del cittadino in quanto parte della società borghese.
Non comprendere che il governo della sinistra ha spaccato il paese è non comprendere il dramma dell’Italia senza Stato o in cui lo Stato è soltanto la magistratura e la garanzia dei diritti soggettivi contro il bene comune della sicurezza e della legalità. Ciò cambia la politica e obbliga Forza Italia e tutti i partiti del centrodestra a porre il tema fiscale come il primo tema. Che poi non è tale perché il primo problema è quello della sicurezza e della legalità. Ciò brucia ogni possibilità di dialogo tra maggioranza e opposizione anche al di là della stessa volontà dei partiti dell’opposizione.
La sinistra italiana è unica in Europa. Non si poteva pensare che gli anni Settanta tornassero e invece sono tornati, ma come fenomeno politico istituzionale. Ciò renderà difficile qualunque dialogo, anche quello sulla legge elettorale. Le Primarie del Pd e l’ipotesi di sostituzione di Prodi con Veltroni ricordano l’immagine dei teologi bizantini che discutevano sul sesso degli angeli quando Maometto II assediava Costantinopoli. La storia dei teologi bizantini non è vera, ma il suo epitaffio si applica al partito di Veltroni.

Quello che appare come sesso degli angeli è il Partito democratico: indefinibile e irrisolvibile. E forse non è nemmeno sicuro che nascerà. Se nascerà sarà un vuoto di politica e di elettorato, il vero partito di plastica.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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