SINISTRA DIVISA TRA CANEA E CANOSSA

Con Bertinotti il centrosinistra non può fare alcun progresso verso una sinistra alla Tony Blair. E senza Bertinotti il centrosinistra perde.
Non è difficile dimostrarlo. Basta guardare a quello che sta accadenco a Bologna dove Bertinotti ha spinto i suoi a mobilitare sfrattati, ambulanti e studenti non contro la Thatcher e Reagan o Bush o Berlusconi. Ma contro Sergio Cofferati, sindaco di quella città. E non perché l'ex segretario generale della Cgil stia proponendo ricette liberiste. Ma solo perché si sta occupando dell'ordine pubblico e sta richiamando tutti, compresi i lavavetri e gli irregolari delle baraccopoli, al rispetto della legalità. Non è mai troppo tardi, come diceva il maestro Manzi. Certo, forse Cofferati non avrebbe mai pensato di sentirsi dare del fascista, com’è accaduto ieri a Bologna, da quegli stessi no global che un tempo affollavano i suoi comizi, ma questo è ciò che passa il convento della sinistra italiana.
Intanto mentre a Bologna, dentro l’Unione si litiga se sia giusto o no far rispettare la legge a tutti, in Italia, anche su iniziativa di Francesco Rutelli si discute se, sempre nello stesso centrosinistra, debba nascere o no il Partito democratico. Qualcuno, magari anche Rutelli pensa a Tony Blair: il suo guru, Anthony Giddens, in un seminario a Roma, ha detto che basta con il welfare così com'è, niente più garanzie sociali senza doveri. Intervenendo nel dibattito, Bill Emmott, direttore dell'Economist, ha chiesto alla sinistra di convincersi che è il mercato che crea la ricchezza.
Non sappiamo se qualcuno, dopo l'incontro, sia partito per Bologna e sia andato a spiegare a quelli che dibattono sul rispetto della legalità che senza doveri non ci sono garanzie. E che, ancora più difficile, è il mercato che crea la ricchezza. E non solo in una fase, come sosteneva il grande Marx, in attesa della rivoluzione, ma - ad oggi - come unico meccanismo che ha prodotto effetti positivi.
Tra l'altro, mentre sui doveri (almeno quelli legati al rispetto della legge) sembra che con Cofferati si possa cominciare a parlare, per quanto riguarda il mercato e il welfare sarebbe difficile parlare con lui quanto con Bertinotti, perché quegli ambulanti, sfrattati e studenti che ora il compagno Fausto ha portato sotto le finestre del sindaco Sergio sono, molto probabilmente, tra quelli ai quali l'allora segretario della Cgil aveva pagato l'autobus per andare a protestare in Piazza San Giovanni a Roma contro la riforma del welfare e del mercato del lavoro.
A sinistra, almeno in Italia, va così. Bertinotti è lì, bello saldo anche dopo le primarie: si è portato a casa un buon 15 per cento. È lì, non rinunciando - ovviamente - alla sua base elettorale. È lì ancorato al passato della sua ideologia come speranza per il futuro. Il centrosinistra ha un corpo dove un pezzo, la testa, tenta di andare avanti, guardando a Blair. L'altro pezzo, un bel corpaccione, guarda ai baraccati, agli studenti e agli ambulanti pensando di dover combattere quel futuro che in Gran Bretagna vedono nel mercato e in un welfare diverso, molto diverso da quello idealizzato da Bertinotti e compagni. Per non parlare delle questioni internazionali.
Le idee che oggi porta avanti Blair a fatica non sono nate a sinistra. È la sinistra che è andata verso quelle idee, liberali.

In Italia quelle idee sono nella testa di qualcuno che non può non vedere che sono quelle giuste anche se le ha combattute per anni. Costoro sono venuti a Canossa. Gli altri a Canossa preferiscono la canea, come a Bologna.

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