Damasco - Dopo l'accordo tra i 27 paesi europei, l'Unione europea ha approvato le sanzioni contro 13 alti esponenti del regime di Bashar al Assad. Nella lista manca però il presidente stesso, mentre compare il fratello minore, Maher, capo della Guardia Repubblicana. Il provvedimento, che impone il congelamento dei beni e il divieto di visto, è in vigore da oggi.Maher al Assad, 43 anni, sarebbe il principale responsabile della repressione contro i manifestanti e precede sulla lista il capo dell’intelligence, il generale Ali Mamlouk, 65 anni, e il nuovo ministro dell’Interno, Mohammad Ibrahim al Shaar. Il provvedimento adottato dall’Ue prevede anche un embargo sulle armi verso la Siria.
A Londra la moglie di Assad Secondo la stampa britannica, intanto, la moglie del presidente, Asma, sarebbe a Londra con i suoi tre figli. 35 anni, la donna non è più apparsa in pubblico da quando sono iniziate le proteste contro il regime e di fronte alle crescenti violenze, è stata invitata "ad andarsene il prima possibile". Secondo una fonte diplomatica araba, "la sua prima reazione è stata quella di andare a Londra perchè la sua famiglia è lì. La sua partenza è avvenuta nel massimo riserbo, ma ora è al sicuro lì con i suoi tre figli, circondata dalle guardie del corpo".
Rivolte "domate", il regime apre al dialogo Dopo un inasprimento della repressione, con l'esercito entrato in diverse città con i carri armati, il regime di Damasco ha sostenuto oggi di aver "superato la fase più pericolosa, come ha detto Bouthaina Shaaban, portavoce ufficiale del governo e consigliere del Presidente Bashar al Assad. Secondo Amnesty International sono 580 le persone morte dall’inizio delle rivolte, a metà marzo. Da parte sua, Shaaban ha riferito di quasi 100 militari e agenti delle forze di sicurezza uccise da militanti armati, accusati di manipolare "le legittime rivendicazioni della popolazione". Il consigliere del presidente ha aggiunto di aver avviato un dialogo con alcuni dissidenti storici del Paese, che nelle prossime settimane sarà aperto ad altri. "Vogliamo usare quanto accaduto in Siria come un’opportunità - ha sottolineato - un’opportunità per progredire su diversi fronti, innanzitutto a livello politico".
Ancora carri armati, stadi usati come prigioni Una colonna di carri armati dell’esercito iriano si starebbe però dirigendo in direzione di Hama, città al centro del Paese, circa 200 km a nord di Damasco. Lo riferisce il sito di monitoraggio Rassd che trasmette anche su Twitter. Su Internet circolano da stamani alcuni video amatoriali, di cui non si può verificare l’autenticità, in cui si mostrano alcuni blindati percorrere l’autostrada Aleppo Damasco in direzione di Hama. Nel frattempo sono emersi nuovi dettagli sulla sanguinosa repressione delle proteste: le forze di sicurezza siriane usano gli stadi di calcio delle città di Baniyas e Daraa come prigioni in cui trasferire le persone arrestate durante le retate condotte negli ultimi giorni in centinaia di case. La denuncia viene da due organizzazioni siriane per i diritti umani, citate oggi dalla Cnn, che però non ha potuto verificare la notizia.
Il circo bloccato in Siria Buone notizie, intanto, per gli artisti abruzzesi del circo Embell Riva che lasceranno la Siria con una nave della Visemar Line.
L’Unità di Crisi della Farnesina e l’ambasciata italiana di Damasco sono al lavoro per risolvere alcuni "problemi burocratici per permettere alla carovana di rientrare in Italia il prima possibile", come riferiscono fonti interne del Ministero degli Esteri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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