Smoking o casual? La sartoria virtuale degli abiti su misura

I due ingegneri di Lanieri s'inventano la nuova formula. L'ordine si fa dal divano e i capi arrivano a casa

Laura Verlicchi

L'algoritmo dell'eleganza maschile è, naturalmente, made in Italy. L'idea vincente di due giovani ingegneri, Simone Maggi e Riccardo Schiavotto, che dovevano studiare la nascita di una start up digitale e così ne hanno inventato una: Lanieri, il primo e-commerce italiano capace di offrire un servizio su misura di abbigliamento maschile interamente online. Abiti, camicie, giacche, pantaloni, persino lo smoking, si provano nella sartoria virtuale e si personalizzano in pochi click, scegliendo modello, stoffa, taglio e finiture, per milioni di composizioni disponibili.

Tutto a distanza, volendo, aiutati dal video tutorial, oppure, almeno la prima volta, passando dall'atelier fisico per farsi prendere le misure esatte. Verranno memorizzate nella propria pagina, base di partenza per i prossimi ordini, che verranno consegnati direttamente a casa. Il tutto ad un prezzo accessibile, intorno ai mille euro per un abito completo, di cui la formula matematica per la modellistica, esclusiva di Lanieri, garantisce la perfetta vestibilità.

Lo dimostra il fatto che, mentre per il primo acquisto si ricorre all'atelier nel 70% dei casi, in quelli successivi la percentuale si inverte: sette ordini su dieci si fanno comodamente dal proprio divano. Per i due ragazzi che cercavano invano di comprarsi in Rete un completo per i colloqui di lavoro è arrivato così un successo misura extralarge: in tre anni il fatturato è passato dai 300.000 euro del 2014 ai 2,5 milioni dello scorso anno, otto volte tanto. Una crescita poderosa che non accenna a rallentare: «Puntiamo al raddoppio dice Simone Maggi, ad e cofondatore della giovane società arrivando a cinque milioni a fine anno. Per questo dobbiamo diventare sempre più internazionali: un percorso che abbiamo iniziato nel 2016 con ottimi risultati, grazie agli investitori che hanno creduto in noi, primo fra tutti lo storico lanificio Reda. Abbiamo raccolto tre milioni di euro, che si sono aggiunti al milione e mezzo del primo investimento. In un anno siamo passati dal 10 al 40% delle vendite all'estero: spediamo ordini in cinquanta Paesi del mondo, primo fra tutti la Francia, preceduta solo dall'Italia. Al primo atelier di Milano ne abbiamo affiancati altri a Roma, Torino, Bologna, Parigi e Bruxelles: ultimo arrivato, ma non meno importante, quello di Biella, all'interno della nostra nuova sede presso il SellaLab».

Ovvero l'acceleratore d'impresa di Banca Sella, dedicato alle start up innovative di cui Lanieri è un esempio perfetto: una finestra sul futuro aperta tra le mura dello storico lanificio di famiglia, a un passo dalla casa del celebre ministro dell'Italia unita, Quintino Sella. Un esempio della grandezza del made in Italy: proprio come il fatto che a credere per primi nell'atelier 4.0 e nei suoi creatori siano stati gli imprenditori del distretto laniero più antico d'Italia, il Biellese, la terra dove l'acqua è la più dolce d'Europa e permette di lavare e tingere filati e tessuti con risultati unici e rispettando l'ambiente, grazie al ridotto utilizzo di prodotti chimici. Qui operano con successo aziende note in tutto il mondo, come Reda, Vitale Barberis Canonico, Zegna e Loro Piana, che forniscono a Lanieri le stoffe per abiti e accessori: saranno poi realizzati da sarti specializzati, sempre e solo in Italia.

Innovazione e tradizione in perfetta armonia: «Ora dobbiamo fare il grande passo - conclude Simone Maggi - gli Stati Uniti sono il nostro prossimo traguardo. Per questo abbiamo iniziato a guardarci intorno alla ricerca di capitali freschi».

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