Non c’è l’imbarazzo della scelta, c’è l’imbarazzo dell’ingiustizia. Troppo facile aver Leo Messi che fa la “triplete” e dire: tocca a lui. Qui c’è di più e di peggio. Le semifinali del mondiale propongono quattro idee per il pallone d’oro. Che, poi, quelli di France Football, il giornale francese che l’ha inventato nel 1956, siano già lì a far gli occhioni dolci, peggio della fidanzata, a Wesley “Beniamino” Sneijder è un indizio, non ancora una certezza. Ma perché non pensare all’erede della nobile dinastia “Muller”? Questo è Thomas, cenerentolo del villaggio arrivato nel giro che conta solo quest’anno, ma già approdato alla finale Champions con il Bayern e chissà dove lo porterà la Germania. E che dire di Diego Forlan, figlio d’arte, cannoniere di razza, vincitore dell’Europa League con l’Atletico Madrid, l’unico che può tener botta e annebbiare il sogno di Sneijder? Se la vedranno nella Supercoppa europea, non solo stasera a Città del Capo. E se i gol sono il bello del pallone, come non tener d’occhio Villa Maravilla: realizza reti bellissime e per la Spagna sono palloni d’oro. Il mondiale lo ha già incoronato.
Quattro nomi per un pallone. Sembra un gioco per bambinelli, tutti ad inseguire la palla dicendo: mia! Ma vincerlo stavolta conterà doppio. Proprio ieri Fifa e France Football hanno annunciato che il premio aprirà una nuova era: tornerà ad essere unico, dopo aver subito il raddoppio del “Fifa world player” nel 1991. Da una parte votavano i giornalisti, dall’altra commissari tecnici e i capitani delle nazionali. Ora si chiamerà “Fifa pallone d’oro” ed avrà un giuria composta da 624 persone tra cronisti, ct e capitani. Stranamente, negli ultimi anni, il punto di vista dei giornalisti e coinciso con quello di ct e calciatori. Resta da capire chi realmente ne capisca. Ma il pallone d’oro, eccezion fatta per le opinioni dei bisbetici in servizio permanente, quasi sempre ha centrato l’obiettivo: pescare il campione giusto.
Ora, che cominciano le semifinali, una guida ragionata sugli uomini da pallone d’oro, ci lascia due-tre certezze. L’effetto Maradona ha cancellato le chances di Diego Milito: aveva messo il piede (questo d’oro zecchino) nei gol che contano dell’Inter, compresa la finale di Champions contro il Bayern. Ma il Principe si è visto quasi tutto il mondiale in panchina. Adieu! Però l’Inter quest’anno ha realizzato la “triplete”, impossibile dimenticarlo. Ed allora ecco che gli occhioni dolci di France football danno l’indicazione: «Wesley non è il più grande, né il più forte in assoluto, ma quest’anno trasforma in oro tutto ciò che tocca». Dunque... Fate voi.
Intanto i bookmakers inglesi hanno il “Benjamin” favorito alla pari con Leo Messi, che in questo caso pare solo il solito sponsorizzato a gratis. E, dietro di loro, Arjen Robben, altro olandese. Molto più lontano David Villa che, invece, potrebbe giocarsela davvero. Sta guidando la Spagna a suon di gol, le chance di vincere il pallone vanno di pari passo con quelle della squadra. Un mondiale può valere la “triplete” di Sneijder e magari un’altra “triplete” prima della fine anno? Questo è il problema. L’Inter e l’olandese da qui a dicembre potrebbero conquistare Supercoppa europea, Supercoppa italiana e mondiale per club (ex coppa intercontinentale). Anche il Bayern di Muller (e soprattutto grazie a Muller) ha conquistato scudetto e coppa nazionale, ma Sneijder ha l’occasione di vivere l’anno galattico (alla faccia del Real che lo ha scartato).
Nelle carte di qualche mago c’è un settebello forse mai riuscito a nessuno: triplete più triplete e il mondiale che farebbe impallidire anche Cruyff e Van Basten. Aggiungete che al ritorno dal Sudafrica, Wesley ha appuntamento con una bellissima ragazza per regalarle l’anello del matrimonio. Yolanthe, la futura moglie, lo ha perfino convertito al cristianesimo. Lei ha già vinto. Lui ci prova. Detto tutto questo, capirete perché nemmeno Michael Phelps con i suoi otto ori sembrerà più irraggiungibile. Sneijder potrebbe diventare l’uomo dell’otto volante. Se, al settebello, aggiungesse il titolo di capocannoniere mondiale? Il piedino potrebbe tentare il miracolo: le punizioni sono cosa sua.
Troppa grazia, perfino Michelone il gigantone sgranerebbe gli occhi davanti al gigantesco nano pelato. Tipo da prendere con le pinze: quando gioca fa male, quando parla corrode.
Anche se poi dice che trattasi di equivoco. Un giorno racconta: «In Italia non ho imparato niente». Ieri è stato anche più acido «Dunga e Maradona? Due idioti». Poi si è scusato: equivoco. Chissà mai, il pallone d’oro qualcuno glielo tirerà in testa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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