"Ora può correre e giocare". Papà dona un polmone al figlio di 5 anni

Eccezionale trapianto di polmone da parte di un papà al figlio di 5 anni malato di Talassemia. Il primo avvenuto nel nostro Paese

"Ora può correre e giocare". Papà dona un polmone al figlio di 5 anni

Qualche volta avvengono anche quelli che possono essere chiamati "miracoli", dovuti alla grande capacità della scienza, di arrivare dove fino a qualche anno fa sembrava impossibile. Questo "miracolo", tutto italiano, è avvenuto all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è stato effettuato il primo trapianto di polmone da donatore vivo nel nostro Paese.

La storia è quella del piccolo Mario, un soprannome dato dai medici dell'ospedale, vista la passione del bambino per i videogiochi di Super Mario Bros, affetto da talassemia (detta anche Anemia Mediterranea, una malattia dei globuli rossi carenti di emoglobina, esposti a una continua e rapida distruzione ndr). La diagnosi avviene nel 2018 quando il piccolo ha solo un anno, e si è trasferito con la madre Ornéla, dall'Albania nel nostro Paese. Raggiunti dal padre Anduel, la famiglia si reca all'ospedale Mayer di Firenze dove la diagnosi viene confermata.

L'unica soluzione possibile è quella di un trapianto di midollo osseo, che dopo una lunga serie di cure viene effettuata nel 2021, dal padre del bambino che risulta compatibile. Nonostante l'intervento in un primo momento sembri perfettamente riuscito, proprio questa donazione scatena una grave complicanza, la cosidetta Malattia da Trapianto contro l’Ospite. Una reazione immunitaria dove le cellule trapiantate dal donatore “attaccano” gli organi e i tessuti del ricevente, perché il nuovo sistema immunitario, quello del bambino, non riesce a riconoscere come propri.

Le cose precipitano e la malattia danneggia i polmoni di Mario a tal punto da portarlo quasi ad aver bisogno della respirazione artificiale. Poche sono le speranze di sopravvivenza del piccolo se non quella, legata ad un filo, di un trapianto polmonare. La cosa non è semplice, soprattutto vista la giovanissima età del paziente e l'alta possibilità di rigetto dell'organo. Così il team di medici dell'ospedale di Bergamo dove il piccolo viene ricoverato in pediatria, in consulto con altre eccellenze come il prof. Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3, professore di Chirurgia all’Università di Milano-Bicocca, sottolinea come un trapianto con l'organo donato dal padre possa essere un vantaggio, visto che avendo precedentemente donato il midollo, ha trasferio al piccolo il suo sistema immunitario. Questo ridurrebbe in maniera significativa l'ipotesi di rigetto.

Una "intuizione" già messa in pratica su un trapianto di fegato, ma mai realizzata nel nostro Paese per un polmone. I genitori accolgono a braccia aperte quest'unica possibilità, e martedì 17 gennaio in due sale chirurgiche adiacenti, un centinaio tra medici e paramedici si danno il cambio per eseguire l'intervento. Undici ore in cui vengono prelevati al padre cinque segmenti del lobo inferiore destro del polmone, e trapiantati al bambino.

"Non ci ho pensato due volte, perché si tratta di salvare la vita a tuo figlio e non ti tiri indietro", ha raccontato il papà, un opraio 34enne di origine albanese, dopo la perfetta riuscita dell'intervento. "Lui era malato due anni, avevo pensato che già il trapianto di midollo che avevo fatto potesse risolvere il problema, invece non è stato così. In due anni ti vengono in mente tante cose e pensi che non riuscirai mai a risolvere il problema. Invece grazie a Dio, e grazie ai medici, è andato tutto bene, adesso potrà andare all’asilo, giocare con gli altri bambini".

Un storia che se da una parte commuove, dall'altra apre una grande porta a questo nuovo tipo di intervento, che come successo a Mario, può salvare vite umane. Ora il piccolo dopo tanto tempo è stato dimesso dall'ospedale e sta bene: "Non sta fermo un attimo, mangia poco e gioca tanto.

Per me non c’è cosa più bella da vedere, è meraviglioso", dice emozionato il papà. Enorme la soddisfazione dei medici, per un altro traguardo raggiunto e che rende il nostro Paese, nonostante i grandi problemi della sanità, all'avanguardia della medicina mondiale.

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