La "lista hot" delle dottorande, bufera all'università

Scoppia il caso all'Ateneo di Palermo: nelle chat WhatsApp girava una classifica a voti delle dottorande, ma per mesi sulla vicenda è permeato il silenzio

La "lista hot" delle dottorande, bufera all'università

Scandalo all'Università degli Studi di Palermo per il caso della "lista hot" delle dottorande. Una vergognosa classifica redatta da un dottore di ricerca e fatta circolare via chat e gruppi social fra i colleghi dell'università. Tutto all'insaputa delle vittime.

Il caso choc

Stando a quanto si apprende, la vicenda risale all’inizio del 2022, nel mese di febbraio. Un dottore di ricerca dell'Ateneo aveva pensato di creare una sorta di ranking delle dottorande, reperendo online foto, nomi e cognomi e altre informazioni. La classifica aveva poi cominciato a girare via WhatsApp fra gli uomini, che si sono divertiti ad attribuire votazioni alle varie parti del corpo. Immediate le segnalazioni, messe però inizialmente da parte. Per mesi il caso è rimasto negli uffici di Dipartimento e Ateneo, e le vittime si sono dovute accontentare di una email di scuse. Si parla di almeno 16 dottorande coinvolte.

Il silenzio è rimasto tale per circa 10 mesi. Poi la svolta quando una studentessa ha deciso di denunciare l'accaduto, con una lettera anonima sul blog YoUnipa, lo scorso novembre. A quel punto la vicenda è esplosa, e ora è di dominio pubblico.

Furia delle associazioni studentesche e femministe

Una bufera si è adesso abbattuta sull'Ateneo di Palermo. Da giorni il campus universitario è interessato dalle proteste, con slogan di ogni genere, fra cui "La violenza sulle donne non si censura" e "Fuori il patriarcato da Unipa".

Da parte sua, l'Ateneo, dopo aver prima cercato di chiudere in fretta la vicenda, ha fatto sapere di voler effettuare un'indagine approfondita sulla questione. "Non ne avevo saputo niente fino a venti giorni fa: ho chiesto una relazione, il Collegio di disciplina dell'Università vaglierà colpe e omissioni", ha dichiarato a Repubblica il rettore Massimo Midiri. Le molestie, ha assicurato Midiri, saranno punite, anche con sanzioni disciplinari.

Intanto, nel corso della giornata di ieri, il collettivo femminista Medusa ha fatto sentire la sua voce, organizzando un'assemblea pubblica presso l'ex facoltà di Lettere e Filosofia. Citando il caso dell'università di Bologna, dove si sono verificate violenze sessuali e molestie nei confronti di alcune studentesse da parte di un ex direttore di dipartimento, la studentessa palermitana Ludovica Di Prima ha dichiarato: "A Palermo, la comunità studentesca si sarebbe aspettata una punizione o delle conseguenze che andassero ben oltre quello che è stato fatto".

Le dichiarazioni della prorettrice alle Politiche di genere

Beatrice Pasciuta, prorettrice alle Politiche di genere e inclusione, ha dichiarato che l'Ateneo possiede un codice di comportamento che punisce molestie e abusi, e ha invitato a denunciare.

Da parte di alcuni, però, permane la sfiducia, dato che la "lista hot" era stata denunciata da tempo, ma nulla si era mosso.

Intervistata da Repubblica, Pasciuta ha comunque negato il coinvolgimento dei vertici dell'università.

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