"Prorettrice? Macché, chiamatemi prorettore". In tilt il Politecnico (woke) di Torino

L'ateneo ossessionato dal linguaggio inclusivo deve fare i conti con Elena Maria Baralis: "Quella è la mia carica"

"Prorettrice? Macché, chiamatemi prorettore". In tilt il Politecnico (woke) di Torino
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C’è chi dice no. Anche a costo di scatenare polemiche feroci. È il caso di Elena Maria Baralis, professore ordinario di sistemi di elaborazione delle informazioni nonché prorettore del Politecnico di Torino. Il problema risiede proprio su questo punto: l’incarico declinato al maschile. Prorettore e non prorettrice. Sì, perché l’ateneo torinese è noto per la sua battaglia per il linguaggio inclusivo e per la grande determinazione nel portare avanti la linea woke su titoli e termini potenzialmente discriminatori.

Elena Maria Baralis

“Sicuramente non si tratta di una decisione che rappresenta questa istituzione” la denuncia di Arianna Montorsi ( direttrice del centro studi di genere Polito) al Corriere di Torino: “Qui, solitamente, si declina l’incarico al maschile per gli uomini e al femminile per le donne. Poi, naturalmente, cto’è la libertà del singolo che può scegliere di procedere diversamente”. Interpellata sull’argomento, la Baralis si è trincerata dietro un “no comment”, ma tra i corridoi del Politecnico di Torino ha spiegato: “Mi chiamo prorettore perché è la mia carica.

Una scelta in controtendenza che ha acceso il dibattito. Appena pochi giorni fa sul profilo Instagram del Politecnico di Torino è stato pubblicato un video per promuovere le iniziative per sensibilizzare la comunità all’uso inclusivo del linguaggio come strumento di consapevolezza e rispetto. "Al Politecnico di Torino vogliamo superare gli stereotipi anche attraverso l’uso del linguaggio, promuovendo un ambiente accogliente per tutta la comunità accademica [...] Evitiamo l’uso del maschile generico, utilizziamo altre formule come: 'la popolazione studentesca' invece che 'gli studenti', per includere tutte le persone senza distinzioni.

Oppure procediamo con la doppia forma, 'dottorandi e dottorande', per esempio" le parole dell’avvocata Nicoletta Parvis, consigliera di fiducia con il compito di raccogliere eventuali denunce su discriminazioni o molestie da parte di studenti e personale. Sul sito è inoltre disponibile una guida per la comunicazione inclusiva mirata a promuovere l’uguaglianza, l’inclusione e rendere visibili tutti i generi. Il bignamino woke.

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