Gli attacchi cibernetici di domenica scorsa sono stati per molti aspetti un campanello d’allarme globale. Da una parte hanno rilanciato l’importanza delle strategie di cybersecurity di aziende e istituzioni per prevenire rischi al traffico on-line; dall’altra hanno evidenziato i pericoli che corrono quotidianamente i nostri dati in Rete, se li condividiamo con leggerezza e disinvoltura anziché proteggerli adeguatamente.
L’occasione per riflettere su queste criticità c’è stata in settimana, perché martedì 7 febbraio sono stati festeggiati i 20 anni del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, promossa dalla Commissione europea e celebrata in contemporanea in oltre 100 nazioni. L’obiettivo della Giornata, che cade in contemporanea con quella della lotta al bullismo e al cyberbullismo, è di riflettere sulla necessità di un uso consapevole e responsabile di Internet.
La dipendenza delle nuove generazioni dai social
Ormai la dipendenza dei ragazzi dai social è innegabile. Aumenta di continuo il numero delle ore che essi trascorrono in chat. Il 27% di giovani e giovanissimi è ansioso o agitato senza l'utilizzo dei social, mentre il 22% si sentirebbe addirittura perso se non li avesse a disposizione. Sono le cifre del report realizzato da Telefono Azzurro con Doxa Kids e presentato proprio martedì scorso.
Il rapporto, condotto su un campione di genitori e adolescenti tra i 12 e i 18 anni, registra un aumento condiviso delle preoccupazioni circa gli effetti negativi che possono scaturire da un'esposizione eccessiva agli schermi digitali dei giovanissimi, il 50% dei quali sta sui social e chatta 2-3 ore giorno. Un dato in crescita rispetto al 2018 quando erano il 43%. Ben il 14% degli intervistati chatta sui social dalle quattro alle sei ore al giorno e un 3% è sempre connesso.
I rischi per i nostri dati in Rete
Più del 70% dei giovani utenti della Rete prova un "forte timore" rispetto al fatto che i dati che condivide quotidianamente on-line, come gli aggiornamenti sui canali social, la navigazione nel web e le tracce di dati di utilizzo di Internet e degli smartphone, vengano "rubati", cioè utilizzati senza consenso.
Altri dati interessanti emergono dal sondaggio realizzato da "Generazioni connesse" e diffuso dal Ministero dell'Istruzione. Due ragazzi su tre usano i social per restare in contatto con gli altri, uno su due per seguire creator e influencer. Ma tra quanti si informano sull'attualità tramite il web - il 94% del campione analizzato - la maggior parte (39,5%) utilizza proprio i social come fonte primaria. Solo uno su quattro (26,3%) si rivolge prioritariamente ai siti di notizie.
Alcuni consigli pratici
Tra i suggerimenti che nei giorni scorsi sono stati rivolti agli utenti del web ce ne sono alcuni che non andrebbero mai dimenticati: non condividere on-line dati sensibili, dei quali si può perdere il controllo; fare attenzione alle persone conosciute in Rete; non diffondere foto e video privati sul web; non condividere
informazioni sensibili su altre persone senza il loro consenso; verificare l’attendibilità di chi ci manda link prima di aprirli. In altre parole: cautela e autotutela possono salvarci da guai troppo spesso sottovalutati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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