Sokolov sposa Purcell e Mozart

Colpisce la vitalità con cui Sokolov trasforma "le severe galanterie", le acciaccature ossessive, gli insistiti trilli, gli inquieti mordenti, in abbellimenti dotati di grande forza fonica

Sokolov sposa Purcell e Mozart
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Henry Purcell, secondo il maggior compositore inglese del secolo Ventesimo, Benjamin Britten, era inesauribile inventore «di ritmi senza limiti, di armonie audacemente discordanti, di impennate melodiche svettanti». Qualità che si ritrovano nelle mani di Grigorij Sokolov che l'anno scorso ha eseguito lo stesso programma, centrato sulle opere per tastiera dell'Orfeo britannico, ora registrato per DGG (Purcell&Mozart). Tre laconiche suite di danze, due melodie variate, un Ground in Gamut (variazioni sopra un basso ostinato), un Round O (un «canone infinito», irto di abbellimenti sorprendenti e dissonanti), la burlesca Ciaccona in sol minore. Colpisce la vitalità con cui Sokolov trasforma «le severe galanterie», le acciaccature ossessive, gli insistiti trilli, gli inquieti mordenti, in abbellimenti dotati di grande forza fonica.

Smentendo le interdizioni che un tempo lanciò contro le registrazioni, Sokolov ha lasciato registrare dal vivo la silloge purcelliana al Festival di Santander e alla Quincena di San Sebastián, unendovi la Sonata in si bemolle maggiore di Mozart e i bis, un concerto nel concerto, spaziando dai Selvaggi di Rameau che zampettano in un caleidoscopio fastoso alla sublime trascrizione di Aleksander Siloti del Preludio in si minore di Bach. Al termine, il pubblico rimane inebriato dall'aura scintillante del suo pianismo di poesia concreta. Prossime date italiane: Carpi (oggi), Bologna (il 25), Torino (il 29), Genova (il 16 dicembre).

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