Non è difficile sfatare un tabù se l’avversario ti agevola nel compito. Anche se la brillantezza del gioco non è quella dei giorni migliori. È quanto avviene alla Donbass Arena di Donetsk, dove la Francia per almeno un’ora si consegna letteralmente alla Spagna, che non aveva mai battuto i Galletti tra Europei e Mondiali.
Quanta acqua è passata sotto i ponti da quel 27 giugno 2006, quando nella rassegna iridata targata Italia di Lippi i transalpini misero ko la Roja per l’ultima volta, legittimando la propria superiorità negli incontri diretti che contano: da allora i Bleus hanno vissuto momenti terribili, cambiando pelle, collezionando tante delusioni e virando con decisione nell’era del ct Laurent Blanc, chiusasi ieri con il sicuro divorzio dell’ex interista a scadenza di contratto; le Furie Rosse sono cresciute da quelle basi diventando un’armata quasi imbattibile (41 vittorie e solo tre sconfitte in 47 partite ufficiali, di cui 17 successi negli ultimi 18 incontri) che ha centrato la storica accoppiata.
E come avvenne quattro anni fa con l’Italia (vittoria ai rigori), il tabù Francia viene abbattuto con la doppietta di Xabi Alonso (ieri 100 presenze con la Roja e 15 gol all’attivo) e con il minimo sforzo. La sfida tra nemiche «intime» - ben sedici tra spagnoli e francesi sono o sono stati compagni nelle squadre di club - finisce così come recitava il pronostico. Gli imbattibili restano tali, pur senza esaltare più di tanto in un torneo finora condotto senza sussulti ma nemmeno senza patemi; i francesi salutano ancora una volta una manifestazione importante in anticipo e sono pronti a voltare di nuovo pagina. In semifinale sarà dunque derby iberico Spagna-Portogallo, non certo un inedito agli Europei (due i precedenti, un pari e un successo lusitano) ma per la prima volta sfida a eliminazione diretta.
Blanc cambia radicalmente la squadra per provare a stanare i campioni del mondo: inedito il 4-5-1 scelto, quattro undicesimi della squadra titolare lasciati fuori e Debuchy avanzato come ala destra anche se non ha caratteristiche da dribbling. Un atteggiamento che snatura i Bleus, tanto che salta il progetto di una partita difensiva «Italian style» o ancora, per non fermarsi al solito esempio «catenacciaro» di casa nostra, al Chelsea con il Barcellona nell’ultima semifinale di Champions League. Ripartenze non se ne vedono e anche i meccanismi della retroguardia transalpina non funzionano a dovere: reparto troppo alto per lunghi tratti e ampi spazi lasciati sulle fasce, con l’avversario che ha sempre la possibilità di inserirsi.
Logico che la Spagna - nella quale Del Bosque sceglie all’inizio Fabregas e non Torres come terminale d’attacco (la staffetta ci sarà dopo 67 minuti) - vada a nozze, come dimostra l’azione del gol di Xabi Alonso: la «diga» francese frana a destra, Reveillere e Debuchy non riescono ad ostacolare Alba, cross al bacio per l’inserimento in area del madridista che di testa schiaccia in porta prendendo in contropiede Lloris. E proprio il calciatore del Real rappresenta uno dei punti fermi del nucleo storico che ha scritto pagine memorabili nella storia delle Furie Rosse.
Dopo un buon inizio di ripresa dei Galletti (Ribery sembra più attivo) Blanc tenta di mutare il canovaccio del match con l’ingresso di Menez e Nasri. Casillas si conferma il miglior portiere del torneo: un solo gol incassato da Di Natale, oltre il 90 per cento delle parate compiute (ieri un paio sull’insidiosa punizione di Cabaye e su Ribery). Cresce il possesso palla dei francesi, Debuchy ha una fiammata con un bel colpo di testa, ma non arriva la svolta anche perchè Benzema tradisce ancora una volta. E sui titoli di coda Xabi Alonso concede il bis con un rigore dopo che Reveillere stende Pedro in area.
La Roja proseguirà la marcia verso il risultato storico (il triplete Europeo-Mondiale-Europeo in 4 anni), la Francia dovrà attendere l’imminente girone di qualificazione per il mondiale di Brasile 2014 per prendersi la rivincita.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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